Mondo Parallelo

COSI' PER CASO


Quel giorno mentre sentivo urlare lungo la strada, da sotto un portico, chiesi al mio amico che avevo incontrato e mi era accanto: “Perché le persone gridano quando sono arrabbiate? E poi perché ieri quando mi hai intravisto, ti sei voltato dall’altra parte come se ti vergognassi di salutarmi?”. “Gridano perché perdono la calma”, rispose intimorito alla prima domanda!. All’altra non rispose, forse non sembrava neppure una domanda, ma una semplice constatazione e allora non ritenne di controbattere e di proferir parola in proposito. E io, lì vicino ai negozi affacciati, insistetti, un po’ curioso: “Ma perché gridare se la persona sta al tuo lato?”. Un passante che aveva sentito, e si era fermato curioso, intervenne: “Gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti”, replicò. Al che io, che non avevo inteso il senso, tornai a domandare: “Quindi, non è possibile parlargli a voce bassa?”. Non riferisco le risposte che mi furono date dal capannello di gente che si era formato attorno a noi perché non le ricordo e certe erano senza senso, oppure banali. Persino un primario di urologia che conoscevo, si era fermato e mi sorrideva scuotendo la testa, ma lo stesso, rimase lì, con in mano le sue carte e i suoi referti da firmare, aspettando e guardandosi attorno. Io, vedendo che era tardi e forse stavo facendo troppo lo sciocco, alla fine esclamai: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è, che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Così, quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?”. E qui sentivo un mare di risolini e di commenti sottovoce da parte di tutti, mentre alcune suore, che avevano trovato il marciapiedi occupato, e si erano fermate a guardarci, arrossivano. “Sì gli innamorati, loro non gridano, parlano soavemente, dolcemente! "E perché? Chi me lo può dire adesso, che poi me ne vado perché ho da fare?". Nessuna risposta. “Beh ve lo dico subito senza tanti giri di parole: perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte, sono talmente vicini, i loro cuori, che neanche parlano, solamente, sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi negli occhi, perché i cuori lo stesso si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano". "E poi non volevo dire null’altro che questo: solo che mi dà fastidio sentire gridare per niente e vedere alzare le mani quando non è il caso e nemmeno dire frasi che neanche al porto si intendono dette dagli scaricatori! Vi saluto e vi chiedo scusa per la mia intromissione e del trambusto che non volevo creare, capita che a volte mi prenda un cero guizzo che non riesco a frenare!” Allora, me ne andai con un sorriso, con passo veloce, mentre il mio amico si era incamminato da un’altra parte per i suoi impegni, e io, poiché ero in ritardo per un appuntamento importante, ricordo che salutai tutti dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.” E tutti a mormorare: “Ma chi si crede d’essere quello?”. E io mi stringevo sulle spalle e ridevo! Le porte dei negozi che prima s’erano aperte lì accanto, s’eran chiuse dietro le spalle e poi un tuono e uno scroscio di pioggia, ma non so perché, ero contento lo stesso e sorridevo bagnandomi il viso e poi di sotto un portico scomparivo, inghiottito da un grosso portone; mi confondevo tra la gente che correva come impazzita, in un largo corridoio di ghiaia bianca, con la pioggia battente sui vetri, sui ciottoli grigi lungo la via principale, tra grida e sorrisi lì, in fondo alla strada infinita del mondo che continuava a guardare in silenzio, senza capire, la gente bagnata e la pioggia cadere.Giov@nni