Mondo Parallelo

LEI CAMMINA DA SOLA


Eccola, eccola che arriva, triste e solitaria. Carica di ricordi e ricca di desideri, con le sue speranze, con i suoi dolori, col suo modo di essere. Ha un vestito da sposa, dal magnifico aspetto. Sul suo capo, è posata una corona. Fatta di gigli, e incastonata di non- ti-scordar-di-me. Era giovane e bella, ma ora il suo bel viso è reso logoro e vecchio, simile a un albero ormai stanco ed abbattuto, da un triste e lungo inverno. I suoi occhi sono di un verde acceso, accesi come la speranza che la illumina. Quella speranza che la fa vivere. I suoi capelli invece, sono di un bianco candido come la neve, come la neve che cade in inverno. Cammina sempre da sola, per luoghi deserti e rocciosi, ma che nella sua giovinezza ricorda verdeggianti e rigogliosi, sì, come il più bello di tutti i giardini. Qui viveva felice, assieme al suo sposo. Ma col suo presente oramai in frantumi, lei ora piange, pensando al passato che mai più ritornerà. Soffre per il suo amore. Si, per quell'amore, che è tutta la vita che cerca! Quell'amore che non ha mai conosciuto, ma ne sente tristemente la mancanza. Lei, lo conosce bene, certo! Perché infatti, è proprio quell'amore che scorre nelle sue vene che impetuoso passa attraverso i rivi del suo cuore. Lei è figlia del tempo, ma il tempo, suo padre, gli ha portato via tutto ciò che aveva: felicità e vigore, salute e bellezza, orgoglio e prosperità, letizia e profumo. Ma soprattutto, gli ha rubato lui, il suo amato sposo! E grida, in un a smorfia dolente: “Dove sei amor mio, torna! Infelice che sono! Se solo potessi fermare l'attimo, quell'attimo che sempre sfugge, e che mi scivola di dosso!” E’ sempre questa la sua preghiera, e il suo gridare! ”Vieni o eternità, poni fine al mio dolore, e fammi incontrare colui che amo, affinché la parola fine mai più vinca! Unisci le nostre vite, sposaci!” Sì, laddove la vita è più forte della morte! Solo allora avrò pace, solo lì, potremo stare insieme, per sempre! Eccola, è già arrivata. In un attimo vi siede accanto. Non l’avete riconosciuta? Il suo nome è Malinconia! Malinconia, figlia del tempo. Lei vuole essere compatita, ma non c'è nessuno che possa consolarla. Quando la incontri vuol sempre abbracciarti. Compatiscila pure se vuoi, abbracciala. Ma se la bacerai, il suo bacio ti congelerà e ti trafiggerà il cuore, trasportandoti via. Entrerai nella sua vita, nei suoi ricordi, nei suoi pensieri, vedrai le sue speranze, proverai il suo dolore! E lei ti farà volare nel passato, rendendo il presente non degno di essere vissuto. Perché ciò che ha perso, per lei, ha più valore di ciò che ha. Lei è la malinconia, una triste e fedele compagnia che spesso si appiccica alle persone sole e anziane e che troppe volte è la sola ed unica “persona” che resta al loro fianco, quando nessuno apre la loro porta per regalargli un sorriso, quando il buio rimane nelle loro stanze e le rende ancora più fredde, quando gli anni pesano come macigni e le schiene sono incapaci di trascinarli, quando gli occhi sono due fessure chiuse, quando la solitudine diventa un’amica indivisibile della personificazione stanca di un mattino di pioggia, di un nero pensiero o di un ricordo lontano, di tutto ciò che si chiama con un solo nome e che vaga nel mondo e vorrebbe abbracciarti anche se non vuoi, perché lei è… malinconia! E io sai cosa penso? Oggi non mi appartieni ma lo stesso voglio parlare di te perché ogni giorno ti colgo negli occhi della gente, e faccio finta che mi sei seduta accanto per riposarti così posso scrutarti e dirti cosa sento quando mi sei vicina! Ecco, sì potrei dire che sei dolce, malinconia! Così soave, a volte, sei come un venticello di primavera appena tiepido, ma non mi accarezzi il viso; sei il mio ruscello di fresche acque limpide ma non mi disseti; sei il fiore nel campo arato che sta avvizzendo; sei la stella nel cielo ambrato che non brilla più; sei il mio bisogno, il mio struggimento, la mia impotenza verso il dolore del mondo. Dolce malinconia, così lieve quando ti sento arrivare, so già che mi farai del male, ma solo per quel flebile lasso di tempo così indecifrabile! Poi, scusami se ti mando via, ma più di tanto con te non posso fermarmi perché la gioia è gelosa di te, anzi non ti sopporta e si inquieterebbe con me; e tu sai che io non son capace di inventare scuse! Abbi pazienza, se ti faccio andare, non volermene, ci sarà un’altra occasione per parlare, ma tu adesso, per questo ti prego, no non mi odiare! Giov@nni (... Alone in a room, looking around)