Mondo Parallelo

SCIVOLARE DEL TEMPO


Sono il tempo, sono un rapace, sono la gabbia per topi più sicura e veloce. Sono il tuo presente, il tuo futuro, il tuo mentire e il tuo scappare. Sono il vecchio passante, il neonato, sono il continuo scoprire e dimenticare. Sono un missile, un fucile o un pugnale. L'arma più potente di disfatte laceranti, di amanti piangenti, di madri che sperano, di donne che piangono il loro dolore nel giorno che muore. Nei viali solitari d'una città fatiscente battuta dal vento, nel rosso rovente del deserto infinito, nell'occhio che cerca un riparo al sole cocente; da dietro le palpebre chiuse il colore del rosso vermiglio. Gli occhiali neri mi segnano il viso d'un ridicolo bianco a far da contorno alla maschera sciolta dal sorriso del giorno. Il sole già alto, palla di fuoco a tratti ondulata dalla sabbia fine che s'alza. Costanza e frattura nei cuori. Più in là, molto lontano, lungo la linea di confine tra cielo e mare, un poeta su una spiaggia piange in solitudine un silenzio che accarezza i propri versi. È incubo, come menzogna riscoperta là, sotto i cieli mai aperti di speranze e soli illuminanti; è tristezza, o forse è pianto, è giovinezza! È una mano che ancor trema, sfinita, ora langue la sua anima nell'universo. Come desolato pensiero eterno, indelebile dipinto di giallo cercando una poesia che parli a un solo cuore. Non ha sapore l'infinito nel cuore, non ha odore. Gioca sempre a nascondiglio, va e ritorna. Dà la felicità ma anche la tristezza soprattutto dà la libertà e volendo magari potrei toccare il cielo. E scivola lenta l'onda sulla riva di questo mare che si chiama vita. Solo, punto bianco nel cielo, un gabbiano solca l'orizzonte. Sola, una conchiglia riaffiora dalla sabbia. Abbandono al vento le mie parole come lettere morte portate via dal temporale. In questo piccolo e sconsiderato oblio d'inconsistenza, brilla una fiammella, la sento: è dentro di me, mi accarezza piano persa in una tenerezza infinita. E pensosa mi domanda mentre brilla: chi sei? Se la parola non dice, il cuore batte forte la sua canzone: ciò che appare, non è, ciò che è, non appare, solo io rimango in attesa... a guardare. Giov@nni