Mondo Parallelo

IO SONO QUELLA


Io sono quella che cantano i poeti, l’inesauribile sorgente dove palpita il genio, l’apparizione, la madonna, l’egeria, quella che suscita il sogno, che purifica l’acqua torbida, io sono la cavità, la matrice, la fontana da dove sgorga il verso trionfante, dove risuona l’immagine di musica; io sono quella che partorisce, che è materna, quella che incanta, l’onnipresente. Sospiro e tormento per troppe braccia, alle mie congiunte, allungate invano, protese in alto ad invocare il cielo. Gli uomini mi piangono e mi desiderano, i poeti mi gridano e mi sospirano, tutti mi portano alle stelle. Ma io non vengo ascoltata. Io sono parlata ma non parlo, sono scritta ma non scrivo, io sono dipinta, ritratta, scolpita; il pennello e lo scalpello mi sono estranei. Nessuno ascolta le mie grida silenziose, nessuno vede la mia bocca spalancata e muta, le mie dita contratte, le mani aperte, le mie lacrime di pietra, il mio cuore straziato. Io son quella che non ha linguaggio, vorrei trovare fiori profumati sul mio cammino ma troppo spesso non trovo che spine e le rose sono solo appassite. I petali sparsi attorno a comporre un disegno di cuore, rosso e pieno di sentimento: amore mai ascoltato e senza nulla più d’un semplice assenso. Io sono quella che non ha volto, quella che non esiste, io, sono… la donna! Io sono l’immagine di quella essenza che a nessuno è dato di cogliere e certo, un giorno, il mondo capirà di non poter farne a meno e nel freddo del cuore, nel freddo di ghiaccio della violenza, senza calore mai, potrà restare senza.Giov@nni