Mondo Parallelo

SOTTO IL SOLE D'AGOSTO


Di solito accade sotto il sole d'estate, là dove la terra finisce e cominciano a correre le onde, ed io penso, sì mi sovviene che più ci spingiamo ai confini del limite, più siamo capaci di erigere i nostri castelli di sabbia, che non sono il punto d'arrivo, il rifugio per poter sfuggire alla realtà, bensì progettualità in divenire, fatte per essere di volta in volta distrutte, ricostruite, abitate. I castelli si costruiscono con gli altri, ognuno con il suo compito. Come quell'incontro tra elementi diversi, al pari di acqua e terra; e la sabbia si rende più malleabile all'impasto, e, al contempo, si fa più resistente. Il limite è il luogo dove vivere la nostra sfida, i nostri progetti, ma scappare dal limite è trasformarlo in futuro, questa è la sfida. Mi sono seduto sulla riva atlantica, una lunga e sconfinata linea di sabbia bianca che fa da confine tra cielo e mare; e al limitare dello sguardo, soltanto onde, una dopo l'altra, si portano appresso la storia di tanti secoli, migliaia, incommensurabili; di sotto ai miei piedi a scavare un rifugio perchè nulla si perda nella continua risacca. Il grido di rabbia non mi esce dal cuore, nel vedere che adesso quell'onda ha cambiato colore. È il rosso del sangue delle ferite di tante battaglie. Soltanto i gabbiani, nel loro volo mi portano il segno di nuovi orizzonti, là, in fondo alle rocce a picco sul mare. Niente è cambiato, attorno a me, adesso che guardo lontano il colore del cielo, con le linee bianche di ghiaccio degli aerei a reazione che si incrociano per poi scomparire nel rosso accecante di un sole infuocato che brucia la pelle, mi scalda il cuore; nessun rimpianto, nessun dolore, solo dolcezza e nessun timore. Io con me stesso, tu sole, con me adesso, nell'abbraccio del tuo raggio son diventato piccino e tu mi avvolgi d'arancio e mi fai giocare col vento tuo amico, nel tepore che emani; ed io sorrido, e tu con me rimani. Fino a quando nel mare, per farmi stupire, ti sciogli e sprofondi e poi più non ci sei. Mi hai lasciato solo, così; ti aspetto domani: da quel punto lontano ti vedrò spuntare di nuovo. Io ti cercherò, ti verrò a salutare, e poi con me lo so, continuerai a giocare.... Giov@nni (By phone from Agadir)