Mondo Parallelo

IL SUONO CHE VIENE DAL MARE


Un gabbiano. Eccolo, eccomi, sulla scogliera. Quante spiagge sfiorano assenti i tuoi passi, più fragili della rena nei mattini ancora ebbri di sensazioni, e pieni delle braci di qualche tardivo falò, nelle estati chiassose. Tu, giocoso gabbiano dalle zampette rosse, come il tuo becco allungato, con le piume del colore del sale. Ti ricordi tutte queste feste pazze, le lunghe danze, le onde placide e lente che van domando le melodie? Poi sì tu lo sai, tacciono e solo il vento accompagna il tuo grido. I tuoi occhi a sognare lontano un giorno speciale; i tuoi, i miei occhi. Quante volte sei volato veloce lassù al faro che da sempre ti dà rifugio, quante volte, hai spalancato la mente a quei racconti intrisi d'acque chiare e di magiche terre che i tuoi compagni di volo, con le ali spiegate, hanno sorvolato! Ed intanto sogni, sì, insieme, intanto sognamo di trovare l'isola che attende, meravigliosa, oltre l'orizzonte natio. La intravedi con me, nello splendore dell'alba, mentre assapori sulla battigia, la miscela di scrosci e silenzi, il blu dei mari ascoltati. I pensieri sovrastano e sorpassano il tempo, i miei, i tuoi. E tu allora voli verso la scogliera, lungo quel filo di vaga angoscia che già unisce giorno e assenza d'ombre, e, là, nel grigio dell'orizzonte, si perde il pianto nel vento. Le tue lacrime cadono in mare tra i flutti, sale nel sale, ed è un momento. Ma dopo che la burrasca ha fatto crollare le mura dell'ultimo castello, aspetta la calma e corri sulla spiaggia, cerca tra le alghe verdi e sparpagliate dalle correnti sulla riva, il tuo tesoro, e nel cielo un raggio verde, il colore di una vecchia e amica stella; quella che ti segue nelle notti scure per fugare e far volare nel nulla le tue paure. ----------- Giov@nni (By Xperia)