Mondo Parallelo

SILENZI


Seduta sulla battigia, immobile, sopra un telo color arancio, gli occhi fissi a guardar lontano, ma io non scorgo navi, né bianche vele, solo gabbiani che lanciano rincorrendosi nel blu il loro verso strano. A fianco, il cocker color ambra, le lunghe orecchie pendono ai lati del muso come due nastri ondulati, e gli occhi neri che guardano la padrona e poi l’orizzonte, e lei che scruta come cercasse un qualcosa in cui perdersi e volare. E il pensiero forse si eleva nel turbinar delle onde, sulla riva per raggiungere una pace dentro, nell’animo scosso da travagli d’amore. Lo si legge negli occhi, coperti da un velo di nebbia, e da lacrime che ancora restano ferme dietro le lenti scure degli occhiali da sole. E io passo in silenzio e scruto la figura seduta, col cane a fianco che nemmeno si volge a guardarmi, mentre passo. Dolce il quadro che mi si para dinanzi, peccato non avere con me quel superfluo che ormai a tutti appartiene, per fermare per sempre  quell’immagine dolce in uno scatto digitale. Peccato, davvero! Non capita spesso di scoprire nel silenzio qualcuno che ne fa tesoro, con un segreto nel cuore, di certo una pena d’amore, che indietro nel tempo mi fa tornare. E, nel suono ovattato del mare, si perde la mente per farla sognare, un sogno infinito. Adesso, muto, mi siedo poco distante e resto a guardare per cogliere un chicco di sentimento e portarmelo dentro, per poi piano andarlo a cercare; soffocarlo dentro di nuovo, per paura che sfugga dal cuore, e lasciarlo invece coperto dal fruscio dolce e perpetuo del mare. Giov@nni