Mondo Parallelo

MARE E CEMENTO


Cieca, la cecità più assoluta: cecità di occhi, cecità di cuore, cecità di sensi. Questo colore blu pastello che emana dal cielo mi colpisce come un anestetico, un colpo duro e frenetico. Mi preserva, mi riserva, mi aliena come se fossi un piccolo buco nero in mezzo a infinita e tempestosa luce. Tenero, un gioco di piccole conquiste, come un campo di battaglia in una giornata triste, giorno per giorno attimo per attimo, minuscole briciole di sensazioni che penetrano silenziose, si fanno largo sul mio intimo tappeto rosso, di lamine briose. Delicati, frammenti di vetro mi infilzano, senza via di scampo, senza controllo, rimango disteso in fin di vita, incatenato da accenti e fatica, sono conquistato, son diventato il baluardo di un sentimento che fugge. Quanto sudore sulla strada del ritorno, spine dentro minuziosamente eliminate, lentamente sterminate, poi alla fine la pace. Lacrime di vetro, lacrime di cemento, lacrime su un viso ormai più contento. Viso stanco, viso bianco. Una nuova realtà senza più ritorno. Una nuova vita che si nutre d'ossigeno, il soffio mattutino del mare che si sveglia, sotto un sole che si illumina, un cielo che si anima. Una strada di allegria gioviale, un caffè tra amici: un attimo essenziale. Quel ponte sospeso, schiumoso d'oro come un mare tempestoso di sogno. Una mattina nuova, le onde che si infrangono sul mare, ritmiche come tamburelli in una piazza animata, un intercalare di suoni lì nel mezzo dello scuro profumo cavernoso. Bocca, occhi, godete di questo luminoso spettacolo, con orizzonti di pace e la mia voce, persa in un’ espressione di meraviglia, con un colore sfumato di terra e cielo. Si appresta il colore nero della sera, come un incubo notturno. Una pizza, un urlo di trionfo, un coro di passione o un sorriso da regalare a qualcuno che passa, un saluto, una giornata di vissuto. Un panorama all'improvviso, un albergo divenuto il più tenero ristoro materno. Sole e mare tra le corse trafficate, cielo e terra tra nuove sorelle unite e inventate. Niente di più vero di ciò che mi nasce dentro. Un cuore conquistato, una sfida con me stesso vinta ogni volta a piccoli passi, piccoli segni, piccoli miracoli di gesti. Un'aria profumata di eterna fierezza, aperta e libera come una giravolta in mezzo alla piazza. Poi la notte più urlante e silenziosa, guardata da lontano, sempre in posa, con il risveglio caloroso nel fresco di un nuovo mattino addormentato, il mezzogiorno di delirio tra previsioni di temporali o di sole, il tramonto di fuoco su una donna seduta sopra la sedia d’un bar a prendere un caffè. Sempre terra e cielo, sole e mare, qui la natura si impregna di ideale. Una nuova divinità che si muove tra la gente, con la gente, per la gente, scavalcando montagne, combattendo lava di vulcani, sorvolando il mare con i suoi artigli di schiuma. Città piena di vita, e ogni giorno la attraversa un essere che ha rubato la bellezza di madre natura e l'ha trasformata in attitudine e calore, per percorrere strade e attraversare visi sorridenti, diventando schegge di vetro che incatenano un sospiro, disperatamente cambiato, donando un nuovo amore, per asciugare quelle che prima eran lacrime amare, scese dal cuore.Giov@nni