Mondo Parallelo

L'UOMO SENZA TEMPO


"È passato diverso tempo dall'ultima volta che ho posato una penna su un quaderno per fissare i miei pensieri", mi disse con voce tenue. Questo fu ciò che gli attraversò la mente in quel momento. Nel frattempo scese il gradino, dopo aver voltato più volte la testa, pose il piede sulla prima striscia pedonale, quindi attraversò la strada. "Non ho più la lucidità di un tempo nel coglierere le sensazioni e incastrarle per sempre in una frase ben costruita." Così ragionò tra sé e sé, procedendo tra la gente, che lo urtava frettolosa. "Ah, quant'è vero ciò che mi ripeteva mia madre!". "Il talento va coltivato come un bonsai. Ogni giorno lo devi osservare, annaffiare, potare, altrimenti ne perdi il controllo e poi non lo riconosci più". Poi si girò verso di me puntando il dito e mi disse:  ”Tu, tu, sai forse dirmi il perché di un pensiero che spesso mi torna alla mente? Questo dubbio che mi prende quando guardo la gente nella sua indifferenza? Ecco sì, è questo che ti volevo chiedere: come possiamo dire di amare Dio che non vediamo, se poi non amiamo il prossimo che ci sta di fronte? Forse, perché questo si renda possibile, il cuore deve riconciliarsi con se stesso, liberandosi dai sensi di colpa che congelano ogni sua capacità di slancio e di audacia creativa. Chi non vuole bene a se stesso, come potrà mai voler bene agli altri? Chi condanna gli altri nasconde sempre una cattiva coscienza in cui si è compiuto il suicidio del cuore. L’amore risuscita. Rende splendida la verità!”. Poi mi lasciò, così con queste parole, e mi salutò mentre distratto, dopo avergli sorriso, pensavo a quanto m’aveva detto. Paradosso, ma tutto attorno all’uomo è in fondo paradossale, mi dicevo, non so!  Nel tragitto lo seguii con lo sguardo e vidi che ripassò, involontariamente, davanti alla sua cartoleria preferita e in vetrina rivide i taccuini a lui tanto cari, ad essi aveva affidato ogni più recondito sospiro. La nostalgia lo sorprese, non riuscì ad andare oltre, entrò e ne acquistò uno dalla copertina nera e rigida, a forma di quadernetto. Con le mani in tasca, continuò la sua passeggiata sotto le luci dei lampioni che si accendevano, con la notte ormai alle porte. Ora aveva una energia nuova e calda nel cuore, assomigliava alla speranza e un sorriso comparve sulle sue labbra. Io scossi la testa e girato l’angolo mi persi in una nuvola chiara caduta dal cielo e accesi una lanterna di luce fatta di stelle che curiose accompagnavano, in silenzio il mio passo. Giov@nni