Mondo Parallelo

FERMO IMMAGINE


Non muoverti adesso, non abbandonare la mia mente e non lasciare vuoto il mio cuore. Rimani lì fisso nel cielo nel tuo sorgere e tutto ancora non ti mostrare perché è bello veder il rosso confuso al nero che squarcia l’azzurro. Sapere che ancora hai uno sforzo da fare per raggiungere il pieno splendore e stemperare il freddo che ancora imprigiona, inanimate, tutte le cose come ombre di ghiaccio. Resta magari seduto con me a vedere come si muove il pensiero libero in cielo, per cominciare poi piano a salire, e con me commentare nel tuo lento scaldare, quei cuori gelati che han bisogno d’amore. Non aver fretta, resta con me e donami un raggio del tuo cerchio di fuoco: lo devo lanciare lontano, là dove ancora è incerta la mano e accesa è una piccola fiamma col suo tremolare ad ogni soffio di vento, quando la notte non se ne vuole andare e un gemito ti porta del freddo il tormento. Bagliore che acceca se lo guardi un istante ma poi ti senti assorbito da un rosso invitante e nemmeno ti accorgi che gli occhi son chiusi, perché il rosso rimane dietro le palpebre pallide e bianche. Non esitare, fermati e ascolta con me i silenzi del cuore, siediti un poco e resta sospeso tra i palmi delle mie mani, perché se ti muovi, il quadro che ho dipinto nel cielo si scioglie. Come bolla di vetro soffiato, sottile, stasera il mondo mi sembra velato di nebbia, e sempre più la sua sfera si confonde col cielo e si solleva. Ed io lì a cercare di rubarne il respiro, da dietro un pennacchio di fumo che nero sfugge dal rosso camino sul tetto di una casa nel cielo. Meglio che non mi muova, potrei turbare il ritmo che avanza. E lontano vedo il manto del mare, macchiato di sale e di gocce rubate alle nuvole in alto, quando per caso lo vengo a cercare nei giorni che lì, tra i sassi grigi, freddi nel vento d’autunno, un poco  mi siedo ad osservare, e tutto mi avvolge in questo azzurro dipinto. E adesso la luna non c’è, proprio perché ha paura di te, che mi sei seduto accanto, anche perché non c’è posto per lei: le hai fatto cenno che più oltre si deve fermare, dove ancora nessuno la possa vedere! Schiuma, s’alza oltre la linea che separa i confini del mondo, mare confuso all’azzurro. Fiori d'ombra crescono in fretta, non visti, forse immagini della mia mente, come  mazzi di rose stretti ed ornati di petali d’oro fra le mura del sentimento; e con le dita toccarli, accarezzarne il profumo, solido come un sassolino di creta, e le mie mani, li stringono piano; poi li colgono insieme a dei fiorellini di rosso corallo appena cresciuti vicino ai sassi del mare, per metterli tra i capelli di una sirena sdraiata sull’onda e che mi saluta, e che canta, quasi fosse come quei fiori appena sbocciata! E poi, anche tu, onda che arrivi e mi porti il saluto del vento, e crei immagini di schiuma bianca, che adagi  le tue braccia su di me, ti prego, non muoverti!. Io con il sole vicino che con me aspetta, io e il mare che attende da me, in silenzio un pensiero, io insieme al cielo, sì, siamo insieme seduti sull’ala del sogno che a sè mi stringe tra lo scorrer del tempo. Restiamo immobili, fermi, sospesi a guardare. Se mi muovo il sogno scompare. E adesso, perché queste lacrime? Non sono le mie, ma certo è come lo fossero. Appartengono al cielo, ed io ne sono avvolto, seduto in silenzio, con il sole accanto, col mare fermo ad aspettare; insieme uniti in  un dolce sussurro al cielo chiediamo: “ma adesso, perché… stai piangendo?”. Tra poco il sogno sarà compiuto e tutto tornerà come prima, nel silenzio del cuore, nel sole che sale per abbracciarti, e il mare lontano con l’onda che arriva, verrà a salutarti. Giov@nni