Mondo Parallelo

FOGLIE GIALLE


Veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali, soprattutto se sono ippocastani, soprattutto se passano dei bimbi, soprattutto se il cielo è sereno, soprattutto se ho avuto, quel giorno, una buona notizia, soprattutto se il cuore, quel giorno, non mi fa male per i fatti angosciosi accaduti, soprattutto se credo, quel giorno, che quello che amo mi appartenga, soprattutto se quel giorno mi sento d'accordo con gli uomini e con me stesso; veder cadere le foglie mi lacera dentro, soprattutto le foglie dei viali d'ippocastani. I giorni son sempre più brevi le piogge non smettono mai. La mia porta, spalancata, ha fatto entrare un soffio di vento. Ma ecco sui rami, maturi, profondi dei frutti carichi di miele. Stavano per cadere senz’essere colti se solo un raggio di sole avesse tardato ancora un poco. I miei occhi quante volte hanno pianto davanti a chi senza di me s’è sentito perduto, e di più fare avrei voluto, ma di più non ho potuto. I rami protesi nel cielo sono rimasti nudi, i miei occhi, spogli e immensi come gli occhi di un bimbo ma non un giorno han perso il loro sole; quegli stessi occhi che quando fissano altri occhi s’illanguidiscono un poco, nel vederne di gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti: allora saprò far echeggiare il mondo del mio sentimento. Grandi occhi, gli occhi del cielo. Così come sono d’autunno i castagni con le foglie lustre dopo la pioggia, con spicchi di azzurro dipinti, in ogni stagione, in ogni ora. Occhi grandi, occhi gonfi di pianto, e certo verrà giorno che gli uomini si guarderanno l’un l’altro fraternamente con quegli occhi dipinti, quelli dei castagneti e dell’autunno che avanza, ed anche i passeri in volo, si guarderanno stupiti, tra i colori iridati degli arcobaleni; con i miei occhi fissi nei tramonti e nelle albe di fuoco, nel vento che sibila tra le canne ormai secche dei fossi, mentre tu cielo fatto di silenzi nascosti, porta vicino al mio cuore, ai miei occhi, i tuoi occhi. Giov@nni