Mondo Parallelo

ASPETTANDO UN ANGELO CADERE


I suoi occhi, non abbastanza brillanti per essere azzurri, ma di un intenso che mi penetrava dentro, nemmeno erano abbastanza scuri per essere grigi. E io ero lì, seduto a guardare, a far finta di niente, ad aspettare in una sala d’attesa un’attesa infinita. Ma avrei voluto che davvero fosse infinita; tra le mani il numero cento. Le chiesi che numero avesse nel mare di voci che mi tormentavano i timpani. Lei non rispose, soltanto mi sorrise e mi mostrò il suo foglietto triangolare. Era di due unità superiore al mio. “Meglio così”, mi dissi, magari poi potevo fermarmi ad aspettare che un angelo cadesse dal cielo. I suoi occhi, troppo tristi, troppo seri, per essere quelli di una donna fiera. Quegli occhi che da anni forse si allenavano a rimanere impassibili davanti a tutto, ora sembravano piangere perché sparivano dietro le ciglia. Si cingeva la vita con le lunghe braccia ancora abbronzate, come a proteggersi da un colpo improvviso, o a far capire che era stanca di aspettare. Era accovacciata sulla sedia, sembrava fosse seduta sulla rena di una spiaggia con la risacca delle onde che faceva da sottofondo ai suoi pensieri che sembravano solidi. Ho poi scoperto che l’azzurro che spiccava, erano le lacrime represse di anni che finalmente trovavano sfogo, sotto le ciglia, in un impeto di rabbia; Io la guardavo da lontano, in modo distante, e con la mente pensavo ad altro. Quante volte mi passò per la testa di andare a parlare o di avvicinarmi a quella ragazza, la ragazza dagli occhi di ghiaccio. Ma ogni volta il gelo che sprigionavano mi paralizzava il cuore in una morsa di freddo e non avevo il coraggio di turbare i suoi pensieri da dietro la montagna di gelo che faceva di lei filtrare solo il rosa di un incarnato perfetto; lì, dietro gli occhi del colore del cielo come nei giorni in cui il vento ti sferza ed escon le lacrime senza che lo vuoi. Occhi fissi, occhi come la pietra, senza vita né movimento, occhi che non hanno età, occhi d’una ragazza di un’età indefinita così come l’angelo che aspettavo e mai cadde quel giorno dal cielo. Giov@nni