Mondo Parallelo

COME UN SOFFIO


Bellezza ed incanto, sono solo un soffio, un brivido, che entusiasmante purtroppo dura poco, come nube, fiore, bolla di sapone, fuoco vivo e riso di bambino, sguardo di donna riflesso in uno specchio, e tante altre cose, che appena gli occhi percepiscono poi di colpo come d’incanto svaniscono; si consumano, durano il tempo di un momento lasciandomi appresso un aroma, un respiro di vento. E ciò che dura e resta fisso non mi è così intimamente in fondo caro: pietra preziosa come gelido fuoco, barra d'oro di pesante splendore; le stesse stelle, innumerevoli, immobili che se ne stanno lontane e ci guardano, non somigliano a noi esseri fatti di vento, non raggiungono il fondo dell'anima. No, il bello più profondo e degno dell'amore pare spesso incline a corrompersi, è sempre vicino a svanire, e la cosa più bella, è quella che lo dipinge con le note musicali. Quelle nel nascere già fuggono e trascorrono, e sono come soffi, correnti, fughe circondate d'aliti sommessi di tristezza perché nemmeno quanto dura un battito del cuore si lasciano costringere, tenere; nota dopo nota, appena battuta già svanisce e se ne va. E allora mi soffermo a pensare, oggi è giorno di festa e non ho tanto da fare, rimango un poco seduto sulla tastiera fatta di tasti bianchi come il giorno e di neri del color della notte, e del pianoforte sfioro gli acuti per poi finire sui bassi ed ogni tasto un batter di ciglia, un sentimento espresso solo corrugando la fronte per dire a me stesso che ho sbagliato refrain e devo cambiare nella scala una nota. Farfalla, già volata via, che nel passare ci sfiora appena, come bolla di sapone sale e poi scoppia vinta dall’aria che la circonda e la bacia. Come una stella lassù in cielo che osserva il mondo, e non lo capisce e si consuma nella propria luce. Note che fuggono lente, altre veloci e piano prende corpo una canzone che poi al cuore piano mi sale. Devo fissarne il motivo per poi sussurrarlo alla luna quando s’affaccia per dirmi “che pensi?”. “Che t’importa?”, rispondo guardandola con un occhio chiuso, “Forse che tu mi sveli i segreti che sai, quando ti chiedo che fai?”. “Solo musica che mi fa sognare, mi rende tenero alle tue carezze di giallo vestite, ma stasera sei un poco invadente perché tutta per te vuoi una canzone, che non ti riguarda per niente, anche se una notte son venuto da te, ricordi, e quel giorno ero così impetuoso e titubante che non l’ hai ancora scordato e non potrai più dimenticare. Certo, lo so, non è poca cosa,  l'anima tua ero venuto a rubare”. Giov@nni