Mondo Parallelo

DANCING ALONE


Il sole si ritira dalla montagna in lunghi steli d'oro, e i raggi sono come le colonne cadenti d'un tempio. Poi il melodioso silenzio quasi troppo rapido per udirsi; i rombi e i bisbigli delle vette più alte dei monti lanciano le loro chiare voci nel salone azzurro del cielo, e attraverso una rigida colonna di queste voci, tacitamente cammina la notte. La notte, che schiaccia il suono fra le sue dita, finché ne forma un letto leggermente ghiacciato, sul quale essa sogna. Una pozza d'acqua, un pezzo di metallo luccicante, meta di altri sguardi ciechi, e poi, questa terra che non congeda nessuno senza amore, mentre tu, uomo  non sai più a chi credere, ti ha parlato col volo di un uccello. Ricordando alla tua anima di quando palpitava nel corpo pervaso dai tormenti di un bimbo che ancora piange in un paese lontano solo perché ha fame! E a nulla servono i lamenti, l’umanità corrotta se ne va nei suoi paradisi, a testa alta come alta è la tristezza e la voglia di gridare contro tutto e tutti con il fango in tanti secoli gettato su chi aveva le mani levate, invano a pregare chi quelle mani aveva invece macchiate. E ricordo, da giovane, quando a volte andavo nelle discoteche, si ballava di solito in due, una coppia, un ragazzo e una ragazza dagli occhi dolci e col sorriso sulle labbra, un semplice ballo, una parola tra un giro di pista ed un altro, un sorso a un bicchiere, il volto sudato. Era semplice, era bello, era gioventù che alla gioventù sorrideva. La corruzione, fuori dalle risate gioiose di giovani donne e ragazzi pieni di speranza e di forza, lo stesso esisteva, anche se nessuno sapeva e se lo sapeva taceva. Sì, è sempre esistita, c’è sempre stata, ma noi volgevamo lo sguardo altrove e respiravamo la nostra speranza. Ora mi accorgo che nelle discoteche, da tempo, si balla da soli, si balla per se stessi, per mostrarsi agli altri, per far apparire la propria solitudine nel proprio ballo, per far risaltare nella propria bravura il proprio essere soli. E soli veniamo al mondo, soli rimaniamo in una società che ci rende sempre più soli in una fiducia che viene a mancare da parte di chi al nostro bene dovrebbe invece pensare. C’è qualche certezza, che non è amore se non si ama bene, e questo è vero dopo una perpetua sconfitta dell’uomo che cerca la strada diritta. Nasce qualcosa sempre da un nonnulla, ma non dolore, questo l’ho annientato cercando a tastoni la materia sotto la ciotola del cane; l’uomo potrebbe anche guarire e certo ancora il suo non è l’ ultimo cammino che gli porta il saluto di tutti i cammini percorsi, perché, malgrado tutto, dentro di sé la coscienza cresce, e il frutto dell’uomo che rinasce, se gustato, è buono e bisogna farlo crescere; sì, non tutto può deludere! Se ciò bastasse, se ciò bastasse, allora tutto avrà il sorriso, lo stesso che mi rendeva felice nel sole, nel tempo dei balli e della musica dolce, nel tempo che durava e sembrava che oggi davvero fosse già domani, racchiuso nei pugni chiusi, per non farlo scappare, dalle nostre mani. Giov@nni