Mondo Parallelo

WAITING AROUND


L'instabile incedere dei giorni si sgretola, e si placa solo quel che sporge dalle nostre finestre, quelle aperte di fronte ai nostri occhi, le finestre del cuore. Acquista forza con il vento che lo trasporta sulle spalle e lo fa volteggiare. Così come questi giorni di sole che ci hanno fatto sognare d’essere nuovi e ad ogni mattino rinati, e, adesso, tra la nebbia che sale, non confonderò il mio corpo con un'ombra che attraversa un cielo vicino. Non lascerò questo luogo, da cui si vede un orizzonte infinito ma rimarrò un poco seduto tra le panche di legno che mi stanno attorno nel centro di questo pezzo di mondo che brilla, nei pressi d’una vecchia stazione, mentre lontano le ombre coi loro passi avanzano piano e mi fan compagnia con voci strappate alla nebbia; sono indistinte perché è come fosse l'essenza di un tutto che appartiene ad un cielo che azzurro mi piace vedere, ma so che è adesso nascosto sopra la coltre di piccole gocce e che in alto dimora. Poi il sole s’alza sciogliendo lentamente ogni nube coi suoi raggi dorati. Eccoli, fan capolino tra foglie scintillanti nel giallo e soffi di vento, gli stessi che accompagnano il canto d'una sirena al crepuscolo, quando passeggio lungo la riva del mare; è quasi sera, adesso, è passato un istante, guardo in cielo e scorgo tinte dai colori ricchi di suoni e profumi che vanno ad ornare la sua azzurra veste, di sogni incantati. S'ode in lontananza un canto di usignolo che riempie l'aria di melodia, ma era quello impresso di primo mattino nei miei orecchi attenti a rubarne le note; e io ancora lo sento mentre la mia mente libera i pensieri lasciandoli galoppare sulle ali della coltre bianca di mille gocce intessuta. Poi, vicino a me, seduta, di fronte a un treno che veloce passa e lancia il suo fischio in lontananza, un’ombra insieme ad un’altra indistinta; è una donna che annulla l'indifferenza della vita con le pietre delle parole che non l'ascoltano, per vedere il fiume delle stesse parole ampliarsi in lente acque alla cui vista non sfugge nulla. Il fischio del treno addolcisce la noia e un poco però la tinge di una fragranza un po’cupa come l'orizzonte conquistato, là, sotto il sibilo del sole, dietro la nebbia sfumato. Giov@nni