Mondo Parallelo

IL LAGO


Appena appoggiato alla costa d’un lago che scivola piano, passa veloce una vela, la vedo che trema come fosse farfalla mossa dal vento; poi di colpo sparisce e nell’acqua si perde, ha lo stesso color della roccia; le onde fanno un sordo rumore, vanno, poi ritornano piene di forza e si annullano sul bordo con uno spruzzo di schiuma e baciano l’erba che cresce vicina. Da un ramo, all’acqua si accosta un insetto, là dove l’acqua è più verde nel suo colore, proprio quella che in più cerchi si perde, che trema e non rende risposta a chi seduto a lei accanto vuole starla a sentire. A riva, distinguo le case bianche e sole, dove prende linea il contorno di un’isola vaga, lontano, proprio là, dove l’erba è più alta e i passeri si dividon un lombrico che dal suo buco è sgusciato per sgranchirsi gli anelli, stringendosi e poi allargandosi in larghe volute; lo scorgo pendente dal becco di un uccello più furbo che gli altri ha lasciato a guardarsi stupiti. E se del vento ascolto il fruscio, portato dall' onde che mi passano accanto, mentre stendo la mano per sentire il loro freddo contatto, mi accorgo che scorrono le parole sopra di esse che, senza aspettare un consenso, tra le mie dita passano come carezza e poi sul palmo si schiantano a mulinello, e io, appoggiato alla riva, con un sorriso dipinto sul viso, accarezzo quell’acqua… che scivola via. Giov@nni