Mondo Parallelo

FAMMI ENTRARE


Mangio cielo, vedo cielo, respiro cielo. Sono una trappola in trappola, un abitante abitato, un abbraccio abbracciato, una domanda in risposta a una domanda. La divisione in cielo e terra non è il modo appropriato di pensare a questa totalità. Permette solo di sopravvivere a un indirizzo più esatto, più facile da trovare, se dovessero cercarmi. E intanto, sul selciato un sasso mi sfiora le scarpe e mentre lo osservo che rotola, uno strano pensiero mi fa sorridere, adesso. Busso alla porta della pietra: “Sono io, fammi entrare. Voglio venirti dentro, dare un’occhiata, respirarti come l’aria.”. “Vattene, dice la pietra. Sono ermeticamente chiusa”. “Anche fatte a pezzi saremo chiuse ermeticamente. Anche ridotte in polvere non faremo entrare nessuno!”. Busso alla porta della pietra. “Sono io, fammi entrare. Vengo per pura curiosità”. ”La vita è la mia unica occasione. Vorrei girare per il tuo palazzo, e visitare poi anche la foglia e la goccia d’acqua. Ho poco tempo per farlo. La mia mortalità dovrebbe commuoverti!”. “Sono di pietra, dice la pietra, e qui devo restare seria per forza. Vattene via. Non ho i muscoli per ridere!.” Busso alla porta della pietra. “Ma dai, sono io, fammi entrare!”. “Dicono che in te ci sono grandi sale vuote, mai viste, belle invano, sorde, senza l’eco di alcun passo. Ammetti che tu stessa ne sai poco!”. “Sale grandi e vuote”, dice la pietra. “Ma in esse non c’è spazio. Belle, può darsi, ma al di là del gusto dei tuoi poveri sensi. Puoi conoscermi, però mai fino in fondo. Con tutta la superficie mi rivolgo a te, ma tutto il mio interno è girato altrove”. Busso ancora alla porta della pietra. “Sono io, fammi entrare, che aspetti!. Non cerco in te un rifugio per l’eternità. Non sono infelice. Non sono senza casa. Il mio mondo è degno di ritorno. Entrerò e uscirò a mani vuote. E come prova d’esserci davvero stato porterò solo parole, a cui nessuno presterà fede, né crederà mai!”. “Non entrerai”, dice la pietra. “Ti manca il senso del partecipare. Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare. Anche una vista affilata fino all’onniveggenza a nulla ti servirà senza il senso del tutto e del condividere quello che senti con i tuoi simili! No, non entrerai, non hai che un senso di quel senso, e appena un germe, nemmeno quello forse, solo una parvenza“. Busso alla porta della pietra: “Sono io, fammi entrare, così tanto ti costa? Non posso attendere duemila secoli per entrare sotto il tuo tetto!”. “Se non mi credi, lei dice, rivolgiti alla foglia, dirà la stessa cosa. Chiedi a una goccia d’acqua, dirà come la foglia. Chiedi infine a un capello della tua testa! Dai prova!”. Scoppio dal ridere, d’una immensa risata che… non so far scoppiare. Busso alla porta della pietra… “Sono io, fammi entrare!” . “Non ho porta!”… “Vattene”, dice la pietra. Cammino, sorrido, la pietra è lì, pronta che aspetta il mio prossimo passo, che la calpesti senza nulla dire, senza spiegare perché della sua casa non mi apre la porta e non mi vuole far entrare, meglio non chiedere, meglio non indugiare, sì, adesso per me è meglio andare.Giov@nni