Mondo Parallelo

LA LETTERA INGIALLITA


   
Il vento ti sia carezza tra i capelli. Vorrei scrivere parole nuove, trovare nuove strofe ma l’amore si scrive sempre allo stesso modo ed oggi, con il cuore piccolo, piccolo, mi accorgo che è arrivato il momento di scriverti questi pensieri fissati sul foglio tra scarabocchi e voli di farfalle. Ci saranno giorni radiosi ed un futuro tutto da scoprire, la vita, la tua vita è stata tutta in salita. A me restano i ricordi chiusi nello scrigno del mio cuore. Ogni tanto apro la scatolina con i dentini da latte, il primo riccioletto biondo, i vestitini cuciti con le mie mani, uno per ogni compleanno. E quanti compleanni, ma adesso son divenuti troppo pochi! Le prime scarpette, le copertine spelacchiate che non riesco a buttare via e che ti mettevi sulle gambe la sera per guardare la televisione accanto al babbo e ai tuoi fratelli, accanto a me, che arrivavo sempre tardi perché dovevo sparecchiare e riassettare la cucina. Esile, come lo stelo di un fiore ti ho aiutato a crescere anche quando risoluto chiudevi la bocca e rifiutavi il latte. Quanti biberon hai fatto volare dalla finestra, quante lacrime nel cuore della notte per paura di perderti. Ore e ore a vegliarti, sulla tua culla, accarezzando le tue manine chiuse a pugno e il tuo visino imbronciato. Hai riempito la mia vita con la tua gioia, con i dispetti, con il tuo essere indipendente, uno scricciolo che sapeva il fatto suo da subito. Ti ho dato tanto amore e tu lo sai, ma troppo presto il lavoro, dopo la laurea, ti ha portato lontano da me. Altri cieli, altre nuvole. Piattaforme petrolifere, mari e oceani lontani, pipe-line che nemmeno sapevo cos’erano. La vita che si dipana in lungo e in largo. Saperti solo e indifeso, piccolo, ad ogni compleanno senza candeline sulla torta, mi si stringeva il cuore. Ogni tanto aprivo quella porta, quella della tua cameretta, anzi, adesso la lascio aperta, lo è sempre; e ogni volta che ci passo vicino accendo la luce per vedere se ci sei. Respiro il tuo profumo, tra le tue cose, tra i tuoi vestiti, assurdo, ma mi manca tanto il tuo disordine e vorrei portarti ancora dentro me per ricominciare un ciclo infinito. Aspetto l’estate ed i giorni di festa per vederti arrivare, treni, aerei, valige, borsoni: pochi giorni e sei di nuovo via. E poi il telefono, unico vero complice tra noi. Certo, a volte anche un semplice ciao, basta a riempire la casa, nelle lunghe sere solitarie quando il silenzio è rotto solo dai passetti della micia ormai vecchia. E guardo il cielo stellato e affido al vento i miei baci, le mie carezze ed oggi è il giorno del tuo onomastico, il tuo piccolo giorno, quello che nessuno mai ricordava, nemmeno tu te ne rammentavi mai. Il mio sogno è sempre stato il tuo ed io, con il cuore in gola, ti auguro sempre come oggi tanta felicità. Ti auguro che l’uomo che hai scelto di diventare sia sempre quello sorridente e caro che conosco per tutta la vita e che mi voglia bene come me ne hai sempre voluto anche quando sapevo a volte di non meritarmelo neppure! Anche quando ti ho fatto del male con i miei rimproveri e le mie fissazioni. Un amore intenso e profondo come il mio, piccino come il giorno che eri bambino, come adesso che sei ancora bambino per me!  Piccolo mio, sì, il vento ti sia carezza tra i capelli sempre, sempre!… Mamma. Giov@nni