Mondo Parallelo

IL SUONO DELL'INQUIETUDINE


Notte silenziosa, sensazione profonda,strada senza lampioni, in questo silenzio di ghiaccio.E nella mia ombra si attaccano foglistrappati ad un giorno di sole.Dammi le tue mani per l’inquietudine,dammi le tue mani da tener tra le mie,dammi le palme per toccare la mia solitudine.Dammi le tue mani perché io sia consolato,le tue sulle mie, con quella tua stretta un poco allentatacon un sorriso nel viso per dirmi che è poco,solo così senza motivo, magari per gioco,per non far affiorare il senso di paura, turbamento e frettache sento veloce improvviso ad ogni stretta,quando le prendo come neve disfattache mi sfugge e veloce si scioglie attraverso le dita.Non potrai mai sapere ciò che mi trapassacome un ago di ghiaccio il cuore,ciò che mi sconvolge e che m’invade.Non potrai mai sapere altrimenti ciò che mi struggee che ho perduto col mio trasalireogni momento che mi guardo dentro.Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo,questo muto parlare dei sensi nascosti dal velo del niente.Senza bocca e senz’occhi, specchio senza immagineè questo fremito antico che non dice parole.Non potrai mai sapere ciò che le dita pensanoquando cercano l’appiglio di altre più forti.Una preda tra esse per un istante tenutanel muto sentire d’essere cosciente di essere niente. Non potrai mai sapere ciò che il loro silenzioavrà rischiarato quel giorno mai natoquel giorno trascorso, nel tempo perduto.Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformie ne faccia tesoro per scaldarlo un poco.Taccia il mondo per un attimo almenocome un disegno fatto di nuvole rosse di solein questo momento che adesso il cuore non duole.Dammi le tue mani ché la mia anima vi s’addormentiun poco discosta dai soliti eventi.Rimango seduto, come un angelo nelle mani di un barbiere,che i riccioli vuole tagliare ma non lo sa fareperché abbagliato dal loro chiarore,impugnando un bicchiere dalle profonde pieghe di vetro.Un sorso, poi un altro, d’acqua di fonte, e, fra i denti, un fiore colto per dirti che adessonon conta se non mi vedi e sono piccino, perché io continuo il cammino di sempre, e nelle tue mani ho posato per un attimo solo le mie. Nelle tue mani ho trovato il segretod'una carezza e di un dolce calore,solo, vorrei rimanesse accesa fiammellaper sempre con me, col suo chiarorenel più piccolo e angusto rifugio del cuore.                                                 Giov@nni