Mondo Parallelo

DI LA' DEL MURO


C’era un tempo, ma forse c’è ancora, un paese diviso in due da un muro. Era un muro alto, massiccio, grigio e minaccioso. Mai, proprio mai, nessuno aveva osato scavalcarlo. Nel muro non c’erano passaggi, porte o cose simili: Neanche un buchetto piccolo piccolo. Quelli che erano nati da questa parte del muro non avevano mai visto quelli che erano nati dall’altra parte e viceversa. Luigi abitava da questa parte del muro. Era un bambino gentile, con gli occhi castani e i capelli biondi. Ma era stufo di giocare sempre da solo nel cortiletto della sua casa, che era stata costruita proprio contro il tetro muro. “Perché non posso andare a giocare dall’altra parte del muro?, chiese un giorno alla mamma. “Perché di là ci abita della gente molto cattiva”, rispose la mamma. “E se non ci credi chiedilo a tuo padre”. Luigi andò a trovare il padre nel suo laboratorio. “Perché non posso andare a giocare dall’altra parte del muro?”. “Perché di là ci abita della gente molto cattiva”, rispose il padre. Luigi allora ritornò a giocare da questa parte del muro. Ma ormai la tentazione di dare almeno una sbirciatina al di là del muro era troppo forte. Vide che il cemento del cortile era scheggiato proprio contro il muro e, quasi con indifferenza, infilò la sua paletta sotto un grosso frammento. Il pezzo di cemento s’alzò con estrema facilità. Luigi cominciò a scavare con decisione. Dall’altra parte del muro c’era un giardino, un altro cortile, una casetta, un bambino di otto anni coi capelli biondi e gli occhi castani. Il Luigi dell’altra parte del muro, portò il Luigi di questa parte del muro a visitare il suo nascondiglio segreto. “Io ho un fratello, una sorella e un cane, gli disse Luigi. ”Proprio come me”, gli rispose Luigi. Poi Luigi passeggiò con Luigi in lungo e in largo per la città dall’altra parte del muro. ”Ti comprerei un gelato, ma i miei si sono dimenticati, come al solito, di darmi la paga della settimana”, gli disse Luigi. “Anche i miei”, rispose Luigi. “Io non sono tanto bravo in matematica e ho un po’ paura del buio”, disse Luigi. “Proprio come me”, gli rispose Luigi. I due ragazzi si presero a braccetto e ritornarono presso il muro. “Bisogna sempre stare attenti perché ci sono delle persone spaventosamente cattive”, disse Luigi dall’altra parte del muro. “Dove sono tutte quelle spaventosamente cattive?”, chiese il Luigi di questa parte del muro. “Stanno dall’altra parte del muro”, gli rispose Luigi. Finalmente Luigi si infilò di nuovo nel buco e ritornò a casa da questa parte del muro. Entrò in casa facendo finta di niente, ma la sua fuga era stata notata. Papà e mamma erano lì che lo aspettavano con le mani sui fianchi e il cipiglio delle grandi sgridate. “Luigi!”, gridarono, “Tu sei stato dall’altra parte del muro!” “Sì”, rispose il bambino. “Dalla parte dei cattivi!”. “Sì, rispose Luigi. “E allora”, gridarono, “come sono?”. “Proprio come noi”, rispose Luigi. Giov@nni