Mondo Parallelo

ERA LA MIA FANTASIA


Mi rapiva l’immenso di stelle, paesaggio incantato di notte, stretta, lontana borgata di sogni. Tre case nella penombra, e campi d’avena sul sentiero che saliva alla foresta incantata delle fate, a un passo dalla luna, dal canto dei gatti innamorati straziante, come grida di neonati senza riposo. Erano le chiare pennellate dei miei pensieri, lì posati sul manto sopra i miei capelli a vestirmi di foglie e fragranze, i cieli respirati in un lampo di cometa, le nicchie tra alberi e cespugli così lontani dal peso degli affanni di ieri. Era la mia fantasia, ricordo, un mare di papaveri, il grido, la sfida al quadrifoglio da trovare alla luce della luna piena sull’erba gravida di verde. E lei mi prendeva in giro mandandomi raggi ancora più luminosi, e mi diceva:” fortuna a chi lo trova”! Tra i fossili e la collina dove il fiume rallentava per farsi accarezzare e si univa al gracidare e al giocar delle rane, al ballo delle libellule prima che il tempo delle meraviglie svanisse nel macero degli anni. Era, si tutto si confondeva ma…era quel breve istante di gioia, lo stupore nel cuore del granturco, segreto tra i faggi ventosi e le ombre del bosco, che riempiva di suoni la notte, trafitta dai raggi di una luna sonnecchiante. Era la gioia cristallina delle acque, il quadrifoglio della piccola fortuna, ero io, chiuso nell’attesa del domani a un passo dalla luna, tra il canto dei gatti in amore. Io, come una corolla, come un filo d’erba, a bocca aperta ad ammirare il cielo, tra il gracidar delle rane, nell’azzurro limpido dei giorni. Era il mio sentirmi perso in quel silenzio che a volte scorre nel vuoto dei pensieri. E poi al suono del vento vedere il buio che scompare, nel sentire il pennello di un sogno dipingere in quel vuoto un sole. Era, come se, in albe e tramonti abbracciati su orizzonti confusi dal tempo, d’improvviso seguissi la bussola che mi conduce là, dove nel mare nuota l’infinito! Giov@nni