Mondo Parallelo

I DUE CUORI


Erano due cuori, appesi ad un chiodo con un nastro grigio. Sul muro bianco l’ombra del più  grande assorbiva quasi del tutto quella del più piccolo ogni volta che la luce del sole entrava a salutari. Uno dentro l’altro. Grigio chiaro quello che conteneva il piccolino di colore bianco, un poco scalfito, e screpolato, ma di forma regolare e gentile nella sagoma arrotondata e meno spigolosa  del cuore grigio che lo conteneva. La sera poi sembravano pulsare in sincronismo perfetto quasi animati da un alito di vita entrato per caso insieme a un soffio di vento dalla porta rimasta socchiusa. E, spesso, mentre mi fermavo a fissarli, quando, per caso, lo sguardo cadeva su quel muro bianco, forse cercavo con gli occhi qualche asperità che potesse assorbire il colore rosso di una strana luce che da essi sembrava provenire. E a volte mi giravo di scatto quasi avessi sentito dietro di me un sospiro o un lamento provenire da un mondo lontano invisibile, strano. Non capivo perché fossi nervoso quella sera, non capivo per quale motivo mi trovavo in una casa solitaria e isolata sul crinale d’una montagna, no, non sapevo perché avevo fatto un viaggio così  lungo per trovare un angolo di mondo che mi era familiare e mi apparteneva. Bisogno di stare solo, forse, come un orso nella sua tana... nemmeno, perché mi tenevano compagnia due cuori appesi al muro, uno dentro l’altro, uno grigio e uno bianco come il velo d’una strana sensazione che non posso descrivere, posato sui miei occhi adesso chiusi per cogliere il suono d’un silenzio che assomiglia a un solo battito. Ho provato a staccare il chiodo dal muro per togliere il rumore che si faceva pulsante e mi penetrava le tempie avvolto in quei due cuori ma, ogni volta che cercavo di strappare il chiodo sentivo come delle mani invisibili afferrare le mie. Due cuori, uno dentro l’altro, o forse uno solo adesso, adesso… che guardo la parete bianca, un’ombra, nulla di più, rimasta lì a ricordare che prima avevo visto due cuori uno… dentro l’altro, a un chiodo appesi, lì, sul muro bianco.Giov@nni