Mondo Parallelo

HO VISTO


Ho visto la morte passarmi vicino, aveva il volto rugoso e il naso aquilino, un viso di donna un poco sbiadito con gli occhi coperti da un velo, come un pennacchio di fumo che si perde nel vuoto. E piano avanzava nel suo incerto passo, mentre lontano sentivo un boato e un fragore, nel fitto del nero più nero lasciato sull’arida terra in Iraq, tra un corpo caduto distrutto dai tagliagole che in nome di chi, io non capisco, si fregiano d’essere padroni del destino degli altri. Non c’è nulla che l’uomo non sappia far meglio che distruggere e spargere odio laddove nessuno mai è  stato capace di tanto. Ed io rimango di sasso e la morte affretta il suo passo perché troppi sono i frutti recisi non ancora maturi da portare con sé. Non importano gli anni ed i pianti dei bimbi, non importa se il tempo si fa un segno di croce, non importa la storia con i suoi secoli d’oro. Non ha senso nemmeno restare incantati di fronte alle opere d’arte, se poi ciò che i secoli non hanno distrutto basta un gesto per cancellarlo di colpo come ogni altra cosa importante; come se nulla fosse mai stato. Ho visto la morte un po’ triste: troppo lavoro in nome di un Dio che non ha parole, si commuove ma resta impotente perché all’uomo non può mancare la libertà di volerlo negare e di nominare invano il suo nome. Ho visto la morte rinnegare la falce e farsi strada con lame affilate che prima di Cristo sono state usate, insieme a croci che non hanno senso, erette nel sangue di tanti fratelli. Ho visto, sì ho visto, ma adesso gli occhi son chiusi, adesso non ho parole, adesso nel cuore solo tristezza d’essere di fronte ad un mondo che sembra distrutto, fatto di polvere, fatto di grida di gente che soffre,  fatto di niente.Giov@nni