Mondo Parallelo

MI RICORDI QUALCUNO


Mi ricordi qualcuno tu, con il tuo sorriso con la tua speranza, con il tuo affetto verso le persone che ami, tu mi ricordi qualcuno che per me è importante: me stesso. Stormi che volano nel cielo, tutto si fa più allegro, più vivo ma per me c'è ancora tristezza, c'è ancora qualcosa che opprime la mia anima. E spero un giorno di capire il perché. Forse... perché conservo un piccolo cuore, lo tengo nascosto dentro due porticine di vetro, e quando il mio cuore più grande si abbandona, o magari si addormenta, un po' lo lascio uscire. È un piccolo cuore di bimbo cresciuto insieme a tanti bimbi con gli occhi che sorridevano guardando in cielo magari un pennacchio di fumo come fosse sbucato dal nulla, o un airone che lento volava alto in cerca di sole, o un arcobaleno dipinto coi colori della fantasia. E’ un piccolo cuore che batte più forte degli altri e che ascolta. Sa darmi emozioni che i grandi magari non conoscono più, e soffre, e ride, e gioca, e scherza con me, io che ho il cuore più grande ma solo di forma, e mi sorride. Io che cerco di farmi piccino, ci provo ed ascolto. Ascolto, ascolto. E allora comincia la giostra, risento le voci e le grida, rivedo i miei giochi, le strade e le case ancora più grandi di quel che credevo, rivedo una nuvola piccola piccola che mi saluta col nasino all’insù: è dolce e morbida e allora mi tuffo tra la sua umida bambagia e risento il profumo, il profumo di pioggia, assaporo e ritrovo il calore, il calore che sale di nuovo da un raggio sfuggito all’arancio del sole. Mi scalda e vedo le sue braccia attorno a me, poi, ecco di nuovo la voce del silenzio che mi culla e mi sento felice. Rimango lì, sperando che il buio non arrivi, ma ecco che torna il mio cuore più grande, torna, sì torna! No! Ma perché, sì, perché così presto? Si chiudono le porte delle stanze del giorno e la tristezza mi prende. Mille colori, mille suoni; i sapori, gli odori, le emozioni e il vento freddo che spazza le foglie. Il variopinto tappeto che si crea sulle strade e sui prati e, sotto, un piccolo cuore che batte e si nasconde aspettando che quello più grande si perda nel vento che quelle foglie alza con un veloce mulinello in un attimo sfuggito al rintocco di un pendolo in cielo. Io che non posso fermare quell’attimo, lo afferro e mi sfugge dalle dita come ghiaccio che si scioglie nel palmo della mano, stretta a fare tesoro delle gocce che, piano, scendono a colorare il nero che avanza di sotto il trasparente dell’iride screziato di arcobaleno. E ruberei i suoi mille toni di giallo e di rosso per colorare con tinte nuove il mio grigio, regalerei alla notte i miei occhi per farle vedere il mondo come lo vedo io e allora capirei che dentro di me c’è tutto quello che voglio… tutto quel che voglio. Note che riempiono l’aria autunnale, piena di vuoto e di voci sospese, echeggiano fin sotto il mio davanzale e fremono le foglie gialle sulle strade. Che immagine avranno quelle note e il motivo che nella mia mente spando? Nell’animo i rami più remoti scuote, come ai rami il vento va mormorando.  Giov@nni