Mondo Parallelo

STASERA SEI BELLA


Stasera sei bella... Talmente bella... Che il mio cuore s'è perso e ti cerca. Parole di noi lascio tra righe di fogli colorati. Le leggo nel silenzio senza un dire di niente ed un niente riempie l'aria densa di ricordi. Il tempo scorre sulle lancette di un orologio a muro dimenticato che ha taciuto adesso l'emozione. Silenzi nel cuore fragile e, la polvere, si posa lenta come una carezza. Brividi che nella stagione che fredda avanza, gelano altre parole. Sono innocente eco nei sospiri di vento che albeggiano, e, di sale è l'amore che cammina tra ambrate trasparenze. Il ritornare è fragile parola che rovescia il mare. Respiro. Frattanto vivo, colgo tepori di nuovi orizzonti, vele in mare aperto a navigare in armonia. Respiro, in una calda lacrima nel silenzio che consola il pianto tra riccioli di vento, nel brusio del mare, nelle pieghe dell'anima dove si è fermato il tempo nell'attesa di giorni dove tutto è magia. Respiro. Dolce è l'aria che profuma di fiori in un tramonto di luce di un'alba che parla d'amore, d’amore per te che mi appartieni e mi voli dentro, tu sei quella che io sento ogniqualvolta si alza il vento della mia sete di stelle inappagata, nel mare oscuro delle mie speranze, nell’illusione d’un momento ancora, lì da afferrare solo per me, ad una nuvola appeso. Stasera, sì stasera sei bella perché ti sento, perché in lontananza scorgo una sagoma chiara, un sorriso che mi illumina il cuore, nel silenzio stagliato per consolare il mio, senza alcun rumore. Stasera sei bella perché il freddo non fa male, perché dentro tace il suono del ricordo, campane a festa fatte di bambagia, sorrisi fatti di mille occhi colorati di azzurro che si son fatti piccoli piccoli e protesi nell’afferrare il cielo. Respiro, fragile pensiero che dalla penombra del mio io s’eleva; respiro te che avanzi e che dondoli aggrappata ai miei domani, nient’altro da poter afferrare, adesso, nemmeno le tue mani. Solo parole lontane che mi portano solitarie immagini di un’alba mai sorta, di una frenesia che mi scava dentro, e nella notte come il giorno avanza, senza tregua, l’ondeggiare di un io che manca e non vuol capire che io sono parte di me e che di me non fa parte il mio sogno. Respiro, domani sarà diverso, domani sarà domani e nient’altro, perché, se adesso mi guardo, nemmeno mi vedo dietro lo specchio dei segreti del cuore, dietro il ricordo di un giorno di sole. Là, dietro i balconi socchiusi ad aspettare che un raggio mi laceri il petto, senza parole, senza nemmeno pensare a quello che hai detto. Stasera sei bella… Talmente bella che ho perso i contorni del tempo. E lunghi erano i battiti del pendolo in cuore, non sembrava nemmeno scandisser le ore, quasi un fruscio, ad ogni battito in petto. E cento e mille ali di farfalla aperte a dirmi ancora che il tempo, adesso, s’è fermato per me, per le stelle che rosse han smesso di cadere nel buio d’una notte senza luna, per il mare che col mare dei miei istanti si confonde; nel ricordo dell’attimo in cui ero immortale, legavo la libertà ad un alloro, scherzavo con i passeri in volo. Un sogno, la notte sereno, nella fugace luce fioca di mille lucciole danzanti, ed io seduto a un pianoforte bianco. Un fascio di note intermittenti sfuggite di sotto le mie dita, ticchettio di tasti per una musica infinita, un soffio di cielo, tra fruscio di foglie lontane, avvolge profondo il silenzio dell’anima, adesso, con la sua voce senza suono che varca i confini del corpo e lieve si posa sulla cresta d’un onda che arriva e lontano mi porta. Stasera sei bella… Talmente bella!...  Allora vieni, t’aspetto.  Vieni a cercar quadrifogli, a correr nel vento sulla riva dell’onda, a inseguire un gabbiano ferito, col nido tra gli scogli, nascosto in una macchia di arcano silenzio, nella notte chiara di un oggi che forse era ieri. Senza sonno di sorta a farmi sognare, perché niente nel cuore mi va di cercare stasera; tranne il ricordo di rose su rami, di volti di bimbi, di carezze infinite, di giorni passati tra canti di cori lontani, tra arpe birmane suonate dal vento. Sono disteso su un’amaca di foglie rosse appesa ai lati d’un cuore, per caso apparso nel cielo tra le stelle più belle, e io, respiro il respiro del mondo, ascolto il canto di un cigno invocare la gioia ansante appannata d’alito di vento, la mano protesa, il cielo di sopra… come lanterna accesa. Giov@nni