Mondo Parallelo

PUPAZZO DI PEZZA


Si divertiva, lei.Tra il serio e il compiaciuto,sorda alle mie grida d'aiuto,mirava dritto al mio cuorecon le sue tristi parole.Io mi incupivo e mi voltavo a nascondereil viso, e lei con le dita mi prendeva e mi rimetteva al mio posto, come si fa con un quadro, che non è più dritto ma obliquo, e pende dalla parte doveha perso l'appoggio;poi scivolando va giùsempre più giù...E mi guardava negli occhi, lei.E mi carezzava dicendo parole che non riuscivo a capire,ma nel mio involucro morbido di pelucheprovavo un senso di dolore ad ogni carezzache mi pungeva fin dentro il cuore, come fossi spogliato della mia pellee percepissi dolore. Vedevo i suoi occhi.Erano due grosse polle d'acqua in cui scrutava il mio volto quasi lanciando lampi di gelosia per la mia staticità e il mio eterno sorrisodipinto con stoffa rosa a formare un piccolo cuore.Sciocca, leie ingenuo, io.Io che restavo, e sognavo, e speravo,come nella favola di Pinocchio,di rivestire di carne il mio involucro rozzocolorato di rosa e di giallo.Percepivo sensazioni di vuoto e di silenziose assenzecome rotolassero dalle sue dita attraverso la mia morbida pelliccia di velluto.   Non ci fu mai gelosia, nulla di questo da parte mia.C'erano solo orizzonti violadisciolti in due oceani di malinconia.E oltre la nebbia, di là dai vetri freddi d’inverno, mi vedevo flottareperso laggiù sullo sfondo cadente, su quella linea insensata e invisibile dove lo sguardo osa ma non si posa; su quella feritadel mondo che non è più cielo e non è ancora mare,lontano, in fondo nel vuoto, dove l'azzurro si macchia di blu. Proprio lì,la vedevo, sì proprio lì, c'era la mia animasola,obliquamente appesa; io, rimanevo immobile, pupazzo di pezza dagli occhi dipinti di blu,le orecchie rosa piccole alzate, il naso all’insù. Le braccia morbide lungo i fianchi posate, poi un battito lieve,un colpo più forte di un cuore nascosto fatto di pezza;e rimanevo, lì, immobile, nel buio più nero sopra un cuscino; lei ha chiuso la porta, con un lieve fruscio e mi ha messo seduto di sghembo a guardare la polvere d’oro dalle stelle cadere,come lacrime fatte di ghiaccio che attraversano il viso e poi... più nulla fanno vedere. Giov@nni