Mondo Parallelo

LA CHIAVE DORATA


Trovai nella sabbia, tra le rocce del sentiero nascosta, la chiave del sogno, era dorata e un poco piegata da un lato quasi chi l’avesse perduta poi senza volerlo tra i sassi d’un incubo l’avesse schiacciata. La colsi e soffiai via la polvere per vedere se magari la potevo drizzare e farne un portafortuna da appendere a un lato del cuore accanto a una porticina a forma di piccolo sole. Mi accorsi che sapeva di mare perché sul cilindro dorato c’erano gocce di sale: lo stesso che dagli occhi mi cade quando nell’onda si confonde il mio sguardo al di là di un pensiero un po’ triste che a volte mi prende lungo la linea che al mare e al cielo appartiene, nell’azzurro del confine infinito. Diedi all'amico sole, in alto acceso di fuoco, un piccolo sguardo attraverso due dita socchiuse per non farmi accecare e poi con la piccola chiave dorata due brevi giri nella toppa in mezzo alla porta apparsa per caso nel disco di fuoco che aprì quell’uscio senza alcuna fatica. Un lungo tunnel dinanzi, ma non c’era calore, solo l'odore del mare era intenso stranamente filtrato attraverso mille raggi di sole. Alla fine una luce intensa mi avvolse, ed anche se proprio non c’era, dileguò ogni dolore, prima ancora nascesse ed invase la mente pulendo e chiudendo le crepe del mio piccolo cuore. E’ bello, dicevo, star qui dove nulla pesa, con quest'amico infuocato pronto a cullare ogni invisibile pensiero, figlio del sogno più vero. Io voglio star qui, in grembo alla spensieratezza, la stessa figlia della luce che, ogni bimbo giocando tra i suoi mille balocchi costruiti sulle ali della fantasia come fossero veri, sorridendo, con gesti leggeri accompagna mimando, come mille farfalle sulla sua mano posate: senza alcun rumore, solo un sussurro che sale sempre più in alto, poi fugge lontano, al di fuori dal tempo, come aquilone senza filo portato in alto dal vento, piano, ma piano. Giov@nni