Mondo Parallelo

COME D'INCANTO


Sui miei vecchi quaderni di scolaro, sui banchi consunti dal tempo, sugli alberi, sulla sabbia e sulla neve io scrivo parole. Su tutte le pagine lette, su tutte le pagine bianche, su pietra color sangue, su cenere di ciocchi di quercia io leggo parole. Sulle dorate immagini formate dalle nuvole in cielo, sulle armi dei guerrieri pieni d’odio, sulla corona dei re, non leggo il mio nome. Sulla giungla e sul deserto tra i nidi nascosti nelle ginestre, sull'eco della mia infanzia io scrivo parole. Sui prodigi della notte, sul pane bianco dei giorni passati, sulle stagioni promesse e vissute io leggo parole. Su tutti i miei squarci d'azzurro, sullo stagno al pari d’un sole disfatto, sul lago della mia luna viva io scrivo il mio nome. Sui campi, sull'orizzonte lontano, sulle ali degli uccelli che mi sfiorano il capo, sul mulino delle ombre io aggiungo parole. Su ogni soffio d'aurora, sul mare e sulle barche che stanche s’appisolano vicine, sulla montagna, sugli occhi d’un demente io leggo parole. Sulla schiuma delle nuvole, sui sudori dell'uragano, sulla pioggia fitta e smorta io leggo una frase. Sulle forme scintillanti, sulle campagne dai colori giallo oro e arancio macchiate di papaveri rossi, sulla verità fisica, io scrivo pensieri. Sui sentieri ridestati, sulle strade aperte e interminabili, sulle piazze dilaganti di cuori impazziti io scrivo parole. Sul lume che s'accende, sul lume che si spegne al soffio del vento, sulle mie cose raccolte di fronte alla scrivania bianca, su ogni foglio davanti, io scrivo parole. Sul frutto spaccato in due, lama tagliente intrisa di succo come zucchero cola, sullo specchio della mia stanza, sul mio letto, come conchiglia vuota che aspetta la notte tiepida l’onda che arriva, io lascio cadere parole. Sul mio micio peloso e tenero, sulla sua zampetta maldestra, io detto parole. Sul trampolino della mia porta, sugli oggetti antichi di famiglia, sull'onda del fuoco che arde, là, sulla riva di una spiaggia lontana, io scrivo il mio nome. Su ogni essere che incontro e sorride, su ogni immagine consentita, sulla fronte dei miei amici, su ogni mano che si tende io lascio parole come sospiri. Sui vetri degli stupori, sulle labbra intente a sfiorare altre labbra, al di sopra del silenzio che mi affascina, io detto il mio nome. Su ogni mio infranto rifugio, su ogni mio faro al largo, a ruotare il suo fascio di luce per chi s’è perso nel mare, sui muri dei giorni grigi di tristezza io scrivo parole. Sull'assenza che non desidera nulla, sulla solitudine dei giorni senza sole, sui sentieri della morte che attende io lascio cadere parole. Sul rinnovato vigore d’una primavera che avanza,  sullo scomparso pericolo, sulla speranza senza ricordo, io leggo parole. E per la forza di una parola io ricomincio il mio nuovo respiro. Sono nato oggi, rinascerò domani, il sole in volto, la gioia tra le mani. Giov@nni