Mondo Parallelo

VENTO LIBERO


E sia pure soltanto un nulla perché in fondo il desiderio è una domanda la cui risposta non conosco. E tale è la dolcezza del vento che arriva dal mare, che i suoi suoni elementari contagiano il silenzio della notte, ed io, lì seduto sulla riva ad ascoltare. Solo, con il cuore proteso lo ascolto battere e soffiare ululando tra gli interstizi delle finestre, insistente, aggrappato a graffiare sui vetri, piangendo e chiamando come fosse perduto, senza nessuno. Non è più lui a tenermi sveglio adesso, ma un'altra forza di cui il mio corpo oggi è prigione, sulle ali d’un pensiero fatto di carta come aquilone libero vola. Fu vento libero, adesso ricordo. Profumo di infanzia forte come l'ossigeno da respirare piano. Nulla di male poteva accadere tra dolciumi e dolcezze, tra sapore e calore di una tavola imbandita di pietanza servita; un sorriso che compiace sa di infanzia felice. Tra un proverbio antico e una vecchia canzone. Un nostalgico amore mi richiama con un sussurro lieve e lontano, forte, troncato dalla morte, da cercarsi nella storia in fondo alla mia memoria; ancora pieno di sapore, così come il vento che soffia spazzando via il timore di un presente fatto di inutili cose e io, sì io, rimanevo là, ricordo, a fissare un qualche cosa di strano che non arrivava perché troppo lontano, torbido come acqua di stagno, e stretto e poi perso nel palmo della mia mano.  Magari, chissà, ti ritroverò su un tappeto di rose che si chiaman come te, magari, chissà, ricorderò il tuo viso, e davvero eran tante le cose non dette, che avevo taciuto, non so, magari… ricorderò anche quel profumo d’infanzia che avevo perduto. Giov@nni