Mondo Parallelo

PICCOLO FIORE


Ho aspettato su una panchina di sotto un acero, in un angolo di verde in centro città, per cercare di mettere ordine a dei documenti che m’eran caduti prima d’entrare nello studio del commercialista. E mentre ripongo il tutto in una cartellina di cartoncino azzurro, lei, che prima giocava sull’erba lì vicino mi si siede accanto, poi un sorriso e un “ciao come ti chiami”: non m’ero accorto che c’era, assorto nei miei pensieri; mi giro e la bimbetta sorride e mi guarda additando i miei fogli. Io cerco attorno con lo sguardo per veder se vicino c’è la mamma e intravedo una signora che parla  con un’amica, voltandosi ogni tanto a controllare la bambina. Così, sicuro che non si fosse perduta, subito ci siamo ”presentati”. Lei che dondolava le gambe e cantava seduta a fianco sulla panchina, io che osservavo i miei fogli e il cellulare. Mi alzo guardando l’ora e mi avvio verso il portone per poi salire in ascensore fino al terzo piano. Dagli alberi un tripudio di strider d’uccelli e cinguettar di passeri. Alice, così si chiama la bimba, mi saluta da lontano, e, mentre la mamma la riprende, e la chiama a sé, lei mi corre incontro per offrirmi un fiorellino raccolto lì, sull’aiuola tappezzata di margherite. La ringrazio e le sorrido e mi avvio verso l’ingresso del palazzo di fronte reggendo delicatamente tra le dita il “prezioso dono”. Davvero, quella margheritina in omaggio, per me valeva più di un negozio di fiori. Più tardi me la porterò a casa mettendola in acqua dentro a un bicchierino. E’ bello sorridere e tornare bambino, è bello vedere negli occhi la luce brillare per aver regalato un fiorellino, è bello ricordare d’essere stato a mia volta piccino, è bello sapere che il modo più semplice di far sorridere la gente per un bimbo è donare una corolla di petali bianchi attorno… a un piccolo sole. Giov@nni