AELLE62

Quella buccia maledetta


E va bene ho capito, adesso ve ne racconterò una.Nelle mie ferie giù a Salerno ritrovai un caro e vecchio amico di quando ero ragazzino, tale Gaetano G. che tutti noi chiamavamo Nino.Io, Nino ed un altro ragazzino che abitava nel suo palazzo, Carmelo, ci sfidavamo di continuo a correre e a chi arrivava per primo dal loro portone al mio.Nino, non c’era verso di batterlo. Accidenti aveva una falcata ed una corsa molto veloci, ma con Carmelo avevo delle possibilità perché mentre io ero molto magro lui invece era ben messo in carne e molte volte riuscivo a batterlo.Un giorno, uno sfigato giorno, ci ritrovammo di nuovo insieme e decidemmo di fare una corsa…tanto per cambiare. Inutile dire che Nino arrivò per primo mentre io e Carmelo ce la stavamo giocando.Mentre Nino ci incitava io avevo Carmelo davanti a me e stavo per superarlo quando…Scivola su una buccia di banana e cade strisciando per terra. Io che dietro di lui ero lanciatissimo, non riesco ad evitarlo e cado addosso a lui. Lui solo qualche graffio mentre io, dato che lui come dicevo era ben messo, ho dato una testata a terra forte ma talmente forte che mi sono tagliato un sopracciglio.Mi alzo mezzo intontito e dolorante cercando di riprendermi e Nino mi urla: Antonio ti sei rotto la testa corri su che ti esce un mucchio di sangue. Appena mi tocco l’occhio vedo la mano tutta rossa e spaventato corro da mia madre(la mia infermiera di sempre). Il sangue non voleva smettere di uscire e così lei mi porta giù e chiede al meccanico sotto casa di accompagnarmi in ospedale…la mia prima volta!!!Volevano darmi tre punti, ma appena ho visto quell’uncino col filo me la sono data a gambe. Avevo sentito il medico dire a mia madre che mi sarebbe rimasta una brutta cicatrice per il posto dove era il taglio e allora…..Così dopo tanti tira e molla me la cavai con tre farfalline che tennero chiusa la ferita. Ricordo che era estate ed aspettavamo mio padre che tornasse dal lavoro. Ero fuori al balcone e vedo arrivare la sua auto. Parcheggia, e come fa per alzare la testa e guardare su mi ha visto. Con tutto il rispetto che ho per i medici ed i loro aiutanti, mi avevano fatto una medicazione che sembrava mi fossi aperto in due. A quella vista mio papà credo avesse fatto le scale tre per volta ma quando è arrivato a me si è calmato dal racconto di mia madre e lì si è sfogato imprecando che ero un diavolo che ….. beh insomma me ne ha dette quattro. Non gliene ho mai voluto per quella reazione che credo dovuta alla molta paura e preoccupazione che lo avevano assalito. E così da quel giorno ho un ricordino che non molti vedono perché piccolo di quelle belle corse che facevamo da ragazzini…ma io lo so che c’è!!!Per ora vi saluto amici cari e vi rimando ad un prossimo racconto e mi raccomando: se mangiate una banana buttate la buccia nella spazzatura….potrei passare io di li correndo e…