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« A pranzo...Lo scugnizzo »

Un giorno diverso…

Post n°373 pubblicato il 31 Maggio 2010 da aelle62
 

 

… un’altra settimana è finita ma questa è stata per me una settimana diversa. Sono riuscito a mettere mentalmente da parte i brutti pensieri e portarne avanti solo uno, ma bello.

Era da tanto che non trascorrevo più del tempo col mio piccolo Gabry e così qualche giorno fa, mentre ero nell’orto vicino casa, mi misi a pensare.

Guardandomi intorno ho visto le viti cadenti perché i sostegni erano rotti. Intorno a me erba alta ed un orto incolto ed abbandonato dalla non più voglia del nonno di piantarci nulla.

Così decisi di darci un gran colpo di spazzola. Il nonno di Gabry cura solo le sue quattro galline e basta e questo non mi andava proprio giù. Sabato scorso ho imbracciato il decespugliatore ed ho fatto piazza pulita dopo un’ora di lavoro. Mentre ero li il mio piccolo è arrivato e così dopo aver tagliato tutta l’erba e piante selvatiche, col rastrello lui ha fatto dei mucchi da bruciare. Mentre il mio aiutante lavorava felice io sostituivo i pali della vigna legandoli con filo di ferro e tagliando quei rami secchi della vite che ormai non avevano più vita.

Poi ho chiamato mio figlio e gli ho detto: cosa ne dici se qui papà zappa la terra e poi ci piantiamo qualcosa? Siiiiiii, l’urlo di Gabry echeggiava nei vicoli…

Questa settimana una collega (che ringrazio di cuore) mi ha portato delle piantine di pomodoro e di melenzane e delle bustine di semi di finocchio, spinaci ed insalata. Tornato a casa dal lavoro le ho fatte vedere al piccolo ed il suo Evvivaaaaaaa stavolta rimbombava per la casa.

SABATO POMERIGGIO: siamo andati nell’orto dopo pranzo ed eravamo felici ed eccitati per ciò che dovevamo fare. SI, son ritornato bambino con la gioia dentro che non provavo da un secolo.

Mentre io col tridente zappavo la terra facendo dei solchi dove piantare, Gabry mi era vicino e guardava quelle piantine non vedendo l’ora di prenderle….

Io passavo a creare un secondo solco e lui col rastrello levava pietre ed erbacce e quando anche il terzo e poi il quarto erano finiti, sudato e stanco (non sono abituato) gli ho detto: prendi la cassetta con le piantine che cominciamo. Ci siamo accovacciati sul primo solco e mentre io preparavo un buco nel terreno soffice e vi mettevo dello stallatico come concime, lui separava le piantine una per una e così una dopo l’altra ne abbiamo messe sette di pomodori.

Altro solco stessa storia ma stavolta erano otto piantine di melanzane. Poi mentre Gabry mi portava le canne secche che servono a far salire i pomodori e reggere le piantine di melanzane io le legavo formando una specie di castelletto per le piantine.

Papi e i semi? Mi chiede il piccolo. Prendi quelli dell’insalata e del finocchio e vieni qui. Avevo fatto col tridente un bel quadrato dove gli ho fatto seminare l’insalata, ed un altro solco lungo dove Gabry ha seminato i finocchi. Ho aggiustato la gomma dell’acqua e lui ha iniziato ad innaffiare il nostro lavoro felice come non mai mentre suo padre era più bambino e felice di lui. Volevamo seminare anche gli spinaci ma dato che nel mentre era venuto il nonno, ci aveva detto che non aveva il veleno per le formiche che si sarebbero mangiate i nostri semi. Grrrrrr rabbia? No, delusione da parte nostra. Era  anche arrivato il suo amichetto e così si son messi a giocare mentre io cercavo una soluzione. Hei! Ma…siiiii. Ho trovato in un angolino dell’orto uno di quei semenzai di plastica nera, in pratica una specie di cassetta contenente tanti vasetti uniti uno all’altro che servono per creare piantine da seme. Gabryyyyyy, venite qui ho risolto il problema. Gli ho dato un sacchetto di terriccio e loro felici previa spiegazione, mettevano un po’ di terriccio, un seme e poi altro terriccio. E così in barba alle formiche hanno seminato più o meno venti piantine. Speriamo che crescano ci siamo poi detti. Contento ma stremato anche per le noie che ho alla schiena, abbiamo acceso il fuoco per bruciare tutte le sterpaglie ed una volta uno, una volta l’altro aggiungevano qualcosa sul fuoco. La voce del maresciallo (leggi mamma) ci fa capire che è ora di cena e così finisce il sabato. Stamattina, domenica, siamo tornati nell’orto dove abbiamo con le pietre fatto un giro intorno ad un cespuglio di menta, abbiamo ancora pulito e poi dopo pranzo Gabry è andato a giocare una partita di basket ed io ho continuato ad aggiustare le viti. Quando è tornato chiaramente è venuto da me nell’orto ed insieme abbiamo fatto dei vasetti con piantine di menta ed una di malva da regalare alla mia collega per contraccambiare la sua cortesia. Abbiamo reso di nuovo vivo un cespuglio di rose che giaceva in un angolo ormai soffocato da rampicanti, bagnate le nostre “colture” ed abbiamo riacceso il fuoco per terminare quello interrotto ieri sera.

Sono stati due giorni faticosi per me e per lui, sono stanco morto ma felice per aver ridato vita nuova ad un pezzo di natura ormai abbandonato.

MORALE??

Io credo che a volte basti davvero poco per stare accanto ai propri figli, davvero poco per gioire con loro e di loro. Dalle cose semplici spesso ne ricaviamo un grande giovamento morale sia per noi che per i nostri figli che in certi frangenti, come nel mio caso, riconoscono il loro papà come il loro compagno di giochi. E non è poco credetemi. GIPSY

 

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/06/10 alle 21:29 via WEB
E' vero ci vuole davvero poco per accontentare e rendere felici i bambini. Sono cose che resteranno impresse nella loro mente e da grandi ne parleranno con entusiasmo. Ma non affaticare di più la tua schiena, mi raccomando! Baci a voi tutti. GISA
 
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