Si da sempre per scontato tante cose: come avere giornate belle o brutte, allegre o noiose, siamo portati a credere che tutto quello che succede sia la giusta e normale successione degli eventi come se da qualche parte fosse già tutto scritto, si pensa che apriori tutto sia stato prestabilito. Diamo, perciò, poca importanza a ciò che erroneamente definiamo normalità senza pensare che, forse, sta proprio in questo la straordinaria eccezionalità della realtà, della quotidianità. Nella nostra mente abbiamo dei concetti radicati, figli di stereotipi convenzionali con cui siamo soliti classificare tutto ciò che ci circonda. Ci accorgiamo, spesso quando non c’è più modo di fare un passo indietro, che tutto ciò che è routine viene automaticamente sottostimato o comunque non preso nella giusta considerazione. Quello che facciamo ogni giorno, le persone che incontriamo per lavoro o per piacere, i gesti che apparentemente non hanno alcun significato, gli amici che, come tutto il resto, abbiamo la certezza di incontrarli nuovamente senza il minimo dubbio, ecco tutto questo per la stragrande maggioranza di noi assume il carattere della normalità, di quella routine giornaliera che avviene senza che nessuno si chieda il perché, solo per il fatto di dare per certo che è così che devono andare le cose. Fermiamoci un momento a pensare e ci salterà agli occhi la verità, quella verità che è sempre stata li pronta per essere scoperta ma che inconsciamente nessuno aveva voglia di scoprire. Allora che vogliamo fare, vogliamo ancora avere la benda sugli occhi o vogliamo svegliarci e renderci conto che tutto ciò che chiamiamo routine, anche con un certo disprezzo, tutto ciò che classifichiamo come normale in realtà è straordinariamente eccezionale?