L'amaca del folletto

Post N° 730


RIMINI — «Dovevi vederlo il barbone dentro al fuoco...». E giù una bestemmia. «Gli ho buttato addosso tutta la benzina che avevo. Lui non fiatava, dormiva». L'auto andava e Alessandro Bruschi parla, parla. Non sapendo che ad ascoltarlo, oltre alla sua fidanzata, c'è anche una batteria di microspie. Non erano trascorse nemmeno 24 ore da quando il clochard Andrea Severi era stato trasformato in una torcia umana. Ne parlavano a tutta pagina i giornali e le tv. E Alessandro, 20 anni, una vita dietro al bancone di un bar, non si tiene. Parla. «Si vantava» dicono gli inquirenti. Convinto di aver compiuto chissà quale eroismo. «Dovevi vederlo. Le fiamme che si alzavano. E quello lì che fa uno scatto e poi casca dritto...». Attimi di silenzio nell'abitacolo dell'auto. La ragazza (che ha poi confermato tutto agli inquirenti e della quale non è stato reso noto il nome) tace. Alessandro riparte: «Avessi visto come si dimenava, urlava, quante fiamme (e giù un'altra bestemmia, ndr)... Poi siamo dovuti scappare...». ...non ho parole...quanta Vita sprecata, vita con la V grande..quanto male fatto così, gratuitamente..agli altri e a sè..al mondo interno.Che spreco vivere così, così stupidi ed ignoranti.Non provo neanche odio, come farei di solito.Provo Pena e Dispiacere.perchè sono vite sprecate, queste.Sono persone che rinunciano a fare qualcosapersone che non usano il proprio talento per fare il mondo un pò più giusto..E mi dispiace per questa persona sola,ancora una volta,troppo.