Sono una ragazza di pianura.Cresciuta in mezzo all'umidità. La nebbia d'inverno. L'afa d'estate. E le zanzare d'estate. Si, pure quelle.Non so che farmene del clima continentale. L'anno passato ho fatto un giro in Liguria e ho odiato il fatto di non poter indossare vestitini leggeri la sera dopo cena. Perchè...faceva troppo freddo. E di giorno...? Di giorno faceva caldo. Il sole ti bruciava la pelle, ma c'era un maledetto vento.In ogni caso in pianura non siamo schiavi dell'escursione termica con sbalzi di dieci gradi tra giorno e sera. Di giorno fa caldo, di sera fa caldo. D'estate. E d'inverno...fa sempre lo stesso fottuto freddo. Nessun cambiamento, tutto nella routine. E a me la routine fa sentire coccolata. Tranquilla. Tranquillamente annoiata.Sono una ragazza di pianura, ma odio la campagna. Vivo in città, una città dove non mi manca niente. Sono a tre quarti d'ora dal mare e a quaranta minuti dai colli. Di sera la città si anima e mi offre tutto quello di cui sento il bisogno. Non vivo in mezzo al nulla. Eppure la campagna è tutta intorno a me. Mi piace guardarla da lontano e pensare che io non appartengo alla campagna. Che la campagna mi mette tristezza e mi mette tristezza pensare a tutte quelle persone che ci abitano. Così lontane da un centro storico degno di nota. Così lontane da un centro commerciale degno di nota, da un ospedale, da un localino carino dove sedersi e incontrare gli amici.A loro piace la calma. la pace. Anche a me. Ma farmi mezz'ora di auto per raggiungere l'ospedale non è per me. Io l'ospedale ce l'ho a 5 minuti di auto ( causa traffico della tangenziale) e il centro ce l'ho a dieci minuti di bicicletta. E attorno a me c'e' il classico verde carino delle zone residenziali. Quindi, deduci che io sono comunque in una zona tranquilla. Un piccolo polmone verde. In città.Allo stesso modo , detesto la gente di campagna. Dal loro modo di vestirsi, sempre così poco elegante, in quel loro guazzabuglio di colori e modi. Al loro bestemmiare. Nei giorni di festa si ammassano in città, loro. Chiassosi. Maleducati. E troppo profumati. E mio padre, pace all'anima sua diceva "HANNO APERTO LE GABBIE". Perfino il loro dialetto è diverso dal nostro. Basta uscire dalla città e fare 8 km e ti ritrovi in un altro universo. Da noi si chiamano "grezzi". E possono essere di buon cuore quanto vuoi. Ma tra me e loro, l'abisso. C'è già e se possibile ne aggiungo dell'altro. Così si crea un cratere, tra me e loro.Questione di gusti. Io non voglio apparirti simpatica per forza. E saprei come apparirti simpatica. io ci so fare. E' che ... è divertente...stare antipatici.In ogni caso tutto quello che scrivo è quello che penso. Non sto forzando la mano.Non mi sono ancora presentata. E non lo farò. O meglio...lo farò....ma sempre sotto falso nome. In questi giorni ho pensato a che nome vorrei avere se non mi chiamassi così, come mi chiamo. Ma il mio nome mi piace troppo, quindi alla fine ho deciso di prendere un nome a caso. Lady. O se vuoi...Signora.La maggior parte degli estranei con cui abbiamo a che fare ogni giorno ci da del "SIGNORE...SIGNORA". "La Signora desidera?"Desidero che non mi chiami più SIGNORA. Mi fa sentire vecchia.
Signora
Sono una ragazza di pianura.Cresciuta in mezzo all'umidità. La nebbia d'inverno. L'afa d'estate. E le zanzare d'estate. Si, pure quelle.Non so che farmene del clima continentale. L'anno passato ho fatto un giro in Liguria e ho odiato il fatto di non poter indossare vestitini leggeri la sera dopo cena. Perchè...faceva troppo freddo. E di giorno...? Di giorno faceva caldo. Il sole ti bruciava la pelle, ma c'era un maledetto vento.In ogni caso in pianura non siamo schiavi dell'escursione termica con sbalzi di dieci gradi tra giorno e sera. Di giorno fa caldo, di sera fa caldo. D'estate. E d'inverno...fa sempre lo stesso fottuto freddo. Nessun cambiamento, tutto nella routine. E a me la routine fa sentire coccolata. Tranquilla. Tranquillamente annoiata.Sono una ragazza di pianura, ma odio la campagna. Vivo in città, una città dove non mi manca niente. Sono a tre quarti d'ora dal mare e a quaranta minuti dai colli. Di sera la città si anima e mi offre tutto quello di cui sento il bisogno. Non vivo in mezzo al nulla. Eppure la campagna è tutta intorno a me. Mi piace guardarla da lontano e pensare che io non appartengo alla campagna. Che la campagna mi mette tristezza e mi mette tristezza pensare a tutte quelle persone che ci abitano. Così lontane da un centro storico degno di nota. Così lontane da un centro commerciale degno di nota, da un ospedale, da un localino carino dove sedersi e incontrare gli amici.A loro piace la calma. la pace. Anche a me. Ma farmi mezz'ora di auto per raggiungere l'ospedale non è per me. Io l'ospedale ce l'ho a 5 minuti di auto ( causa traffico della tangenziale) e il centro ce l'ho a dieci minuti di bicicletta. E attorno a me c'e' il classico verde carino delle zone residenziali. Quindi, deduci che io sono comunque in una zona tranquilla. Un piccolo polmone verde. In città.Allo stesso modo , detesto la gente di campagna. Dal loro modo di vestirsi, sempre così poco elegante, in quel loro guazzabuglio di colori e modi. Al loro bestemmiare. Nei giorni di festa si ammassano in città, loro. Chiassosi. Maleducati. E troppo profumati. E mio padre, pace all'anima sua diceva "HANNO APERTO LE GABBIE". Perfino il loro dialetto è diverso dal nostro. Basta uscire dalla città e fare 8 km e ti ritrovi in un altro universo. Da noi si chiamano "grezzi". E possono essere di buon cuore quanto vuoi. Ma tra me e loro, l'abisso. C'è già e se possibile ne aggiungo dell'altro. Così si crea un cratere, tra me e loro.Questione di gusti. Io non voglio apparirti simpatica per forza. E saprei come apparirti simpatica. io ci so fare. E' che ... è divertente...stare antipatici.In ogni caso tutto quello che scrivo è quello che penso. Non sto forzando la mano.Non mi sono ancora presentata. E non lo farò. O meglio...lo farò....ma sempre sotto falso nome. In questi giorni ho pensato a che nome vorrei avere se non mi chiamassi così, come mi chiamo. Ma il mio nome mi piace troppo, quindi alla fine ho deciso di prendere un nome a caso. Lady. O se vuoi...Signora.La maggior parte degli estranei con cui abbiamo a che fare ogni giorno ci da del "SIGNORE...SIGNORA". "La Signora desidera?"Desidero che non mi chiami più SIGNORA. Mi fa sentire vecchia.