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Il sogno


Sopra il piccolo tavolo con la tovaglia cosparsa di girasoli ci sono 18 piatti bianchi, 12 bicchieri di vetro, 5 pezzi di terraglia color avorio e un vaso da fiori. Io sono in piedi e li guardo. Sto parlando con qualcuno che non vedo in faccia, ma quello che sento di più è il cuore che fa male, che batte fortissimo, che mi soffoca. Lentamente, senza rabbia, ma con un desiderio insopprimibile prendo il primo piatto e lo scaglio a terra. Silenzio, tutto tace intorno a me, non sento più nulla. Il secondo finisce in pezzi sotto il letto, le schegge bianche cominciano a coprire il pavimento e a scricchiolare sotto e scarpe… Vado avanti così. Tutti i pezzi, uno ad uno, si infrangono sul pavimento, le conchiglie raccolte al Lido fanno sembrare la distesa di cocci una spiaggia dalla sabbia bianchissima, le lenticchie dorate dei regali di Natale aggiungono gocce di luce alla scena. E’ uno scempio. La distruzione di un futuro sperato, di un disegno solo mio che si rivela una nuova caduta.