la gatta architetto

dove vorrei vivere


Ciascuno di noi vorrebbe stare in un luogo quando è felice, quando è innamorato, quando è triste,quando vuole stare da solo, quando vuole stare in compagnia,,,io vorrei vivere in  un dipinto,  e, poiché me ne piacciono molti, allora vorrei passare da uno all’altro. Vorrei affacciarmi tra putti e cortigiani alle balconate dipinte dal Mantenga e assaporare la sensazione vertiginosa della loro prospettiva spericolata; poi, una volta che mi sono stancata di stare tra quelle logge fiorite, vorrei volare nella Creatività di Michelangelo per impressionarmi da vicino della potente drammaticità dell’incontro delle due mani; poi volerei, sospinta dal vento dell’anima, negli arcadici paesaggi di Tiziano, dove mi riposerei un po’; quando mi sarò annoiata a stare in mezzo a fauni e dee allora andrei a curiosare  tra i venditori di bancarelle di piazza S Marco, così come l’ ha dipinta il Canaletto; se mi sento piccola piccola vorrei dissolvermi nelle nuvole di Constable; e quando la notte trascorre insonne, vorrei aspettare l’alba del sole in un dipinto di Monet; vorrei farmi avvolgere dai colori brumosi e vaporosi della luce mattutina e con essa vorrei rifrangermi mille volte contro la superficie dell’acqua o di una cattedrale; ma se ho voglia di compagnia  e allegria allora andrei al Moulin de la Galette di Renoir;se ho voglia di divertirmi  ancora andrei al circo di Seurat;se ho voglia di essere scomposta in quattro dimensioni passerei da Picasso; se ho voglia di immergermi nel colore puro e sentirne la vibrante essenza, allora correrei da Matisse; lì resterei  per ore intere a danzare fino a sfinirmi; se i miei stati d’animo sono irrequieti, allora non potrei che precipitarmi in un quadro di Boccioni e farmi sospingere verso l’alto; in un moto vorticoso e ascensionale mi incuneerei nella continuità dello spazio; ma non sempre sono triste, allora riprenderei consistenza e andrei a divertirmi nel vivace mondo astratto di Kandiskij a tirar la coda ad un gatto che non c’è;poi scapperei e mi tufferei nel brulicante microcosmo di Mirò a scoprir gli extraterresti; e se voglio liberare il mio subconscio dalla logica dell’inganno andrei di sicuro da Magritte affinchè possa imparare a disegnare gli enigmi della vita; se voglio ascoltare una favola e se sono innamorata me ne andrei da Chagall ad inseguire una mucca sul tetto; ma se ne ho abbastanza  allora mi distribuirei su una tela di Fontana e con un taglio netto ristabilirei la continuità tra lo spazio  che c'è al di qua e lo spazio che c'è al di là. La gatta architetto si racconta