Aspettando domani

SOLIDARIETÀ


  Sembra assurdo andare tranquilli a dormire e svegliarsi con la devastazione sull’uscio di casa: l’angoscia e lo smarrimento sono fatali   come il desiderare in qualche modo di sentirci tra noi solidali. Così da spartire l’ amarezza della constatazione, e la sorpresa dello scampato frangente.  In effetti se il solo pensiero della morte avvilisce e ci fa sentire angosciati, quando essa poi si concretizza vicina diventa come  un segnale, un pungolo  di riflessione. E se  poi lambisce un manipolo di ignari fratelli, ci sentiamo tutti accostati in un unico sentimento da condividere e rifocillare.  Forse che c’è bisogno della sua atroce presenza  per renderci più sensibili l’un verso l’altro, e quindi più umani? Chi si sofferma sulla polemica in questi momenti, penso si stia perdendo l’ennesima occasione di un  recupero, o forse costoro  lo fanno apposta per spostare l’attenzione dal vero all’ artefatto, per non cambiare la prospettiva dei pensieri, e rendersi consci che il normale è dalla parte opposta da cui lo si cercava? E  comunque il destino quando si presenta e pretende un funesto conteggio è sempre sconvolgimento. In momenti come questi la realtà ci chiede una sola cosa: di ritornare in noi, e meditare sul significato unico dell’essere e dell’adoperarsi,  A voi che mi leggete mi scuso per la crudezza , ma credo che questo sia il modo più sentito di partecipare al sacrificio di chi ha lasciato la sua vita: fare in modo che pianti una traccia feconda nella nostra percezione del reale.