Giulia Interrotta

Sola


Sola. Sola. Sola. Sola. Sola. Sola. Ecco io stasera riesco a scrivere bene esclusivamente questa parola. Mi si ripete incessante nella testa e non riesco a scacciarla via da me. Mi perseguita. Mi perseguita maligna e bastarda come la mela avvelenata di Biancaneve. Lei non ha potuto evitare di mangiarla e io non riesco a evitare di non sentirmi schifosamente abbandonata. E' stata una brutta giornata oggi. Forse una delle tante peggiori da quando sono a Firenze. Odio questo nome. Odio questa città. Odio tutta l'ipocrisia che mi circonda. Non so in quale modo sia potuto succedere ma nella classe dove sto hanno saputo del mio papà e all'improvviso ho visto negli occhi di ogni singolo compagno la compassione, quella classica espressione del tipo "poverina, ora capisco perchè è così". Così in che senso? In che senso maledizione? Io non sono strana! Sono semplicemente Giulia. Cosa c'è di sbagliato in questo? Per quale motivo quando rivolgo a mamma questa stupidissima domanda lei o tace o mi dice di lasciar perdere Mel perchè è colpa sua se sono diventata diversa dalle altre ragazze della mia età. Al diavolo allora, le rispondo. Melissa mi ha mostrato cosa avevo dentro e come potevo buttarlo fuori senza timore. Mi ha mostrato che piangere non è una vergogna, che soffrire va bene perchè siamo uomini e gli uomini non possono sempre sorridere simili alle commedie di più bassa lega. I genitori dovrebbero comprendere sempre i propri figli e quando non ci riescono dovrebbero imparare ad ascoltarli senza emettere sentenze. Le detesto quelle cose perchè mi fanno sentire perennemente sotto giudizio o sotto accusa, simile ad un eterno carcerato in attesa della sua condanna a morte. Il brutto è avere il nemico persino in famiglia. Laura continua il suo sciopero del silenzio, Roberto è troppo impegnato a farla uscire dalla merda che si prende per pensare a me e Federico è un capitolo ancora aperto. Io la coperta gliel'ho fatta fare ma non ho avuto il coraggio di dargliela. Mi ero preparata tutto un discorso perfetto, poi quando non me lo sono ritrovato davanti con la faccia irritata le parole sono diventate imperfette, talmente imperfette che non sono riuscita a dire nulla. Sono rimasta chiusa qui dentro per l'intera sera sperando di superare il senso di soffocamento patito. Fatica inutile. Continuo a percepire oppressione. Prigioniera. Castigata. Io ho bisogno di respirare l'aria di casa mia, quella vera, quella del mio mondo unico. Non m'interessano le conseguenze. Domani mattina parto.Foto by ZabriskiePointLicenza Creative Commonshttp://www.flickr.com/photos/zabriskiepoint/