Onestàmentale

Uguale e contraria.


 Spegnere le distrazioni, ritornare dentro sé. Raccogliere negli occhi colori familiari, decidere di essere più presenti nella vita, in generale. Ricominciare con la musica, aprendole le porte, lasciandole spazio nella nostra camera, spolverare i sogni di rock'n' roll della domenica solo perché si è finalmente deciso di farlo. Decidere è l'azione importante, le altre a seguire. Ritornare per strada oggi ha un sapore diverso, ma solo un po'. Ho inseguito le comodità fino a rischiare di sentirmene prigioniero, anestetizzato, perciò racconto oggi questi risvegli come di sogni interrotti per un accesso di fame nella notte. Per questo motivo l'affievolirsi del gusto, l'uniformità dei giorni che appiattisce i segnali e noi che inseguiamo una libertà che va ritrovata prima dentro sé. Non c'è molto da scoprire là fuori se non si preparano gli spazi da riempire. Stavo correndo e pensavo proprio a questo, che la mia esistenza così vincolata nello spazio di pochi chilometri somigliava ad una gabbia, solo più grande di quella di un carcere. Le mie finestre per evadere sono sempre le stesse: l'arte che mi porto dietro. Quella che ha scritto il suo nome negli angoli del mio pensiero, la stessa che ha ormai imbrattato tutto. Ho muri grondanti parole e suoni, quelli che mi chiudono dentro il pezzo di mondo che posso calpestare; ne scarico un poco alla volta il peso scappando lungo il mare più veloce che posso, o sfiatandone la forza e i desideri su una pagina elettronica, faticando ad immaginare una storia.Arrancando verso un'idea, per dare vita ad uno spazio che invece non arriva.Spingendo il giorno ai suoi confini per riparare al consumo eccessivo che viene fatto di me ogni giorno. Faccio il tramite tra chimica e filosofia. Ho iniziato come trasmutatore di materia, molto ho ricevuto ed infine ho dissetato la necessità di comprendere, almeno un po', certi funzionamenti del reale che ho intorno. Oggi molti di questi meccanismi, oscuri ai più, li ho fatti miei, li posso trasformare in soluzioni ai problemi, sono un attore nel bel pieno del primo tempo. La pellicola va avanti, si recita truccati e vestiti di tutto punto, ma nessuno ha il copione: solo una traccia, per andare avanti. E allora via così, un po' piano, un po' veloce, a ridere un minuto e tormentarsi per anni, a salutare chi è arrivato e chi si prepara per andare. Tutto un locale con un dj impazzito, la vita che vestiamo. A fiuto, sentendo la strada sotto i piedi e gli ostacoli con le mani, nel buio, scegliendo un guard rail a cui tenersi vicini per decidere dove svoltare, quando è tempo di svoltare.Non diverso io, vado fin dove i muri col mio nome disegnano le strade. Fermando il passo in prossimità di ponti incerti e malconci non ancora battuti da piede amico, sempre timoroso per istinto. Nemico primo della mia stessa biografia, estintore delle fiamme della mia felicità, alito freddo sui bengala sparati in cielo preludio dei fuochi d'artificio del gran galà... sempre io. Combattente speculare.Forza uguale e contraria.