Accade che finalmente senta le cicale frinire, lungo la strada per il mare. Accade che i pensieri finiscano sotto la doccia dell'estate e che io, alla curva li in fondo, mi sia finalmente ricordato di essere vivo. Ho vissuto momenti pesanti, sono arrivate brutte notizie da ogni parte, ho concentrato la paura del dolore in pochi giorni. Ma il profumo della resina dei pini ha cambiato l'aria nelle mie stanze, è entrato di prepotenza il sole. Il lavoro cambia, i problemi mutano di proporzione.Riscopro quanto forte è il richiamo del mare su di me, la sua vita è in qualche modo la mia. Avvistare granchi aggrappati allo scoglio per la loro cena a base di alghe mi stira un sorriso lungo e inaspettato. Leggere di tartarughe marine a spasso per il golfo, di delfini che fanno festa ad un gozzo ligure, di pesci luna che sembrano mettersi in posa per le foto di rito sembra cronaca di altri dove. Invece accade qui, a un miglio dal mio terrazzo, e il respiro si fa più lento. Sei tu, sei il mio senso di andare, il muoversi lento o burrascoso come il battito stesso dell'esistere. Sei il desiderio di terraferma sulla quale mettere piede per imparare a vivere. Sei la stessa idea che accosto al mare: paura e attrazione. Sei la sorpresa di volere andare contro ogni istinto di conservazione, lasciare la costa verso non sai mai veramente che cosa. Questo il legame tra i miei elementi, l'incognita e il brivido di ballare con il mio oceano, per quanto piccolo esso sia.Tu, l'acqua, il senso, il gusto. L'istinto di salire sulla zattera a tratteggiare la cartografia della mia vita ha vinto la comodità di leggerla sui libri da casa.Un unico, invincibile richiamo, un ballo iniziato chissà quanto tempo fa.Da imparare danzando, dentro il blu.Lo stile non importa.La mia grande avventura.
Il gusto, il tempo, la paura.
Accade che finalmente senta le cicale frinire, lungo la strada per il mare. Accade che i pensieri finiscano sotto la doccia dell'estate e che io, alla curva li in fondo, mi sia finalmente ricordato di essere vivo. Ho vissuto momenti pesanti, sono arrivate brutte notizie da ogni parte, ho concentrato la paura del dolore in pochi giorni. Ma il profumo della resina dei pini ha cambiato l'aria nelle mie stanze, è entrato di prepotenza il sole. Il lavoro cambia, i problemi mutano di proporzione.Riscopro quanto forte è il richiamo del mare su di me, la sua vita è in qualche modo la mia. Avvistare granchi aggrappati allo scoglio per la loro cena a base di alghe mi stira un sorriso lungo e inaspettato. Leggere di tartarughe marine a spasso per il golfo, di delfini che fanno festa ad un gozzo ligure, di pesci luna che sembrano mettersi in posa per le foto di rito sembra cronaca di altri dove. Invece accade qui, a un miglio dal mio terrazzo, e il respiro si fa più lento. Sei tu, sei il mio senso di andare, il muoversi lento o burrascoso come il battito stesso dell'esistere. Sei il desiderio di terraferma sulla quale mettere piede per imparare a vivere. Sei la stessa idea che accosto al mare: paura e attrazione. Sei la sorpresa di volere andare contro ogni istinto di conservazione, lasciare la costa verso non sai mai veramente che cosa. Questo il legame tra i miei elementi, l'incognita e il brivido di ballare con il mio oceano, per quanto piccolo esso sia.Tu, l'acqua, il senso, il gusto. L'istinto di salire sulla zattera a tratteggiare la cartografia della mia vita ha vinto la comodità di leggerla sui libri da casa.Un unico, invincibile richiamo, un ballo iniziato chissà quanto tempo fa.Da imparare danzando, dentro il blu.Lo stile non importa.La mia grande avventura.