Onestàmentale

Sul mio conto.


Stasera non ballo. Stasera navigo, liquido, dentro innumerevoli pensieri, che si inseguono, che si concatenano uno all’altro. Non muovo un battito, non alzo nemmeno la testa. Guardo gli altri ballare, immagino le loro vite, e da li provo a pensare i loro pensieri. Che ognuno li porta dentro come vento che scompiglia le carte già ordinate della propria biografia. Senza quel vento basterebbe leggere il copione, e recitare quello che c’è scritto per te.  Guardo anche me, da sopra, da lontano, di fronte e poi da vicinissimo. Guardo un uomo fermo appoggiato al muro di un locale, di trent’anni o poco più, e provo a immaginare cosa può avere, perché non mescola quelle ossa come sempre, perché non balla ma guarda soltanto l’effetto di un buon dj-set su un nugolo delle solite facce che si vedono in giro. Stasera mi hai parlato, hai raccontato di te. Mi hai fatto anche soffermare su mia madre, sui miei genitori. Non faccio quel che dico vorrei fare, con loro. Non parliamo mai veramente. Tante e tante storie di tutti noi ci investono, da ogni lato. L’isola che ciascuno di noi è, in realtà, a volte non riesce a mettersi in comunicazione con gli altri, a causa di questi marosi. Si tratta di resistere e sistemare i danni non appena finita l'ennesima burrasca.  Stasera è così, mi hai fatto sbirciare un po’ nella tua vita, ti ho lasciato sbirciare un po’ nella mia, per poi ottenere in realtà l’effetto opposto: ciascuno di noi due così facendo ha dipinto sul muro dell’ingresso di casa l’istante della propria, di vita, da guardare fino a domattina.Lo sto facendo. Ma non fino in fondo. Rimango a metà, o a tre quarti, anche con me stesso. Non completo certi pensieri, che sono troppo dolorosi. Il mio legame con essi è intermittente, la mia lontananza da alcuni di loro dura ormai da anni, E di questa svogliatezza mia paghiamo tutti il conto. Stasera in qualche modo mi hai ricordato a che cifra siamo arrivati.