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« Cosi lontano, così vicino.Ballo con l'oceano. »

la mia versione dell'immortalità.

Post n°151 pubblicato il 17 Agosto 2012 da gizzoragno

Capita di pensare alla velocità che ti dai nella vita. Ognuno alla fine ha la propria, basta osservare bene, è proprio una questione di velocità. E pian piano vengono fuori le paure di ognuno, le passioni, il carattere, i vuoti mai colmati. Ogni gesto è consumato a velocità diversa, e racconta di te, mi dice quello che le tue parole non riescono. Il modo di camminare, quello di correre, quello di guidare, di mangiare sono tutti vibrati da una velocità propria, innata o sviluppata nel tempo. Molte piccole paure sono dietro quei gesti, incapacità o estrema sicurezza mi arrivano come se tratteggiassi un dipinto.

Penso a questo, mentre mi tuffo in un mare inedito di felicità guadagnata a colpi di mare grosso, terrore inghiottito a forza e incoscienza figlia della stanchezza. Guadagnata oggi la baia con le acque un po' più calme guardo ora l'orizzonte senza paura, forse ho passato la mia linea d'ombra. Forse per questo sorrido al vento, al sole, alla vita tutta. Il distacco di quando ti senti uomo, la tua prima notte di sesso, la prima maratona, il primo volo transcontinentale. La calma che ti avvolge quando suona la fine del round e sei ancora tutto intero. La paura negli occhi dell'avversario grida il tuo valore.

Sconfitto il tempo, sconfitte le distanze, più forti della pioggia e del sole siamo andati sempre avanti.

Sempre.

Il prezzo è sempre caro, ma si può fare. Ogni cosa di valore nella vita costa. Le vie che percorriamo prendono a volte sterzate inaspettate con noi sopra, portandoci su strade non tracciate dai nostri gps, improvvise e repentine ci sparano via facendoci illudere di esserci persi. Proprio in quei momenti capita di scoprire le risorse che abbiamo nascoste ovunque, nei taschini mai aperti o nel portamonete, nella mente o nelle nostre mani per portare a casa la pelle. Ed ogni volta si gonfia il petto, si alza lo sguardo e si pensa che ce l'abbiamo fatta, è stata dura ma ce l'abbiamo fatta.

Anche questa volta ci abbiamo cavato le gambe. Non avevamo scelto nulla di quanto è arrivato, ci siamo trovati in mezzo, e siamo stati in gamba, proprio. Non mi ero reso conto delle conseguenze che questa tempesta avrebbe lasciato su di me.

Sono più forte ancora.

Ho sconfitto il terremoto.

Ho sconfitto la paura.

Ho sepolto il panico,

Ho cavalcato respiri profondi,

Ho pianto per emozioni lontanissime tra loro.

Non ero mai solo, mai in un momento mi sono sentito solo.

Oggi guardo con occhi nuovi tutto intorno a me e la mia città è un posto nuovo.

La mia vita è un vestito nuovo, non lo avevo mai indossato così.

E' un sorriso che si allarga senza vergogna, sfrontato e irriverente.

Ho paure più piccole e luci più grandi dentro, come se l'ago dei piatti della bilancia della mia vita si fosse spostato decisamente verso la felicità.

Non so se sono in debito con qualcuno, io non sento nulla, neppure rabbia per come accadono le cose.

Posso solo ricordare chi c'era in quelle settimane, dedicarmi a chi c'è oggi, accanto, raccogliere i sorrisi che mi avete regalato, i baci, gli abbracci, la forza tutta,

E trasformare tutto nel mio primo tatuaggio. Li sottopelle c'è tutto.

La mia versione dell'immortalità.

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