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« Ghisa.Lungo il resto della vita. »

Sparks.

Post n°157 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da gizzoragno

Uno corre per anni, prova, spinge, fatica. E poi in una riga, in un dialogo, in un romanzo qualunque trova la svolta, la tecnica mille e mille volte immaginata e mai scoperta, e le colonne d'Ercole vengono doppiate in agilità, tutto in un attimo. Forse è giusto così, uno deve prima misurarsi con i propri limiti, deve vestirsi di fatica, per addentrarsi dentro ogni disciplina. Ogni passione deve essere raggiunta con impegno e costanza, il desiderio di goderne i risultati quali che siano deve essere la scintilla che ci fa investire tempo, affrontare pioggia e vento, paure e pigrizie di ogni genere. Uscire dal perimetro di ciò che è consolidato è sempre un qualche tipo di scommessa, puoi scoprire che non è pane per i tuoi denti, che non ce la puoi fare a toccare quel che speravi, che l'approdo rimarrà molto lontano; può accadere che ti dovrai accontentare di ripiegare dopo poco in un porto più sicuro, dietro casa. E' scoprire se volere è potere, contro se stessi, anzi, contro l'idea che si ha di sè. E' facile maledirsi lungo la strada, bestemmiando per aver voluto tentare la sortita, tornando a casa zuppi di pioggia, infreddoliti sapendo che non ci sarà un'altra esperienza del genere, Mi è capitato spesso, di scoprirmi scarso, inadatto e di avere vissuto il desiderio di rintanarmi velocemente nella mia stanza; molte volte rabbia e frustrazione mi hanno mangiato vivo, per aver fallito un esame, un lavoro, un'amicizia.

L'amore.

Ho indossato come cappotti le delusioni conseguenti alle mie sconfitte, li ho indossati fino a quando non ci soffocavo dentro.

Poi li ho messi via.

Ed ogni volta che smettevo i panni dell'amarezza ricominciavo a sciogliere i muscoli per la nuova strada che mi aspettava, scaldando i pensieri con i ricordi e le cicatrici per evitare le stesse buche e trappole, quelle che mi sono trovato dentro.

Perciò tutto quanto ho messo nell'armadio adesso l'ho dato via, me ne ricordo l'odore, l'ingombro, il prezzo, ma ho imparato anche a liberamene quando ne avevo sfruttato  tutto ciò che mi poteva servire.

Oggi ho visto l'inverno farsi più piccolo e timido, cedere un altro centimetro.

La luce che illumina i miei passi è quella scintilla che ho acceso tanto tempo fa. Ne ho fatto tesoro, l'ho protetta, l'ho chiusa e ne ho avuto cura affinchè non si spegnesse. Fino a che non è divenuta fiamma, quella che alimenta, scalda e dà luce alla mia vita di oggi.

Così, a volte, dentro le pagine dalle quali uno meno si aspetta nella vita saltano fuori le risposte.

Un modo nuovo di correre, per ritrovarsi ad un altro livello.

Un modo nuovo di pensare, per raggiungere una nuova coscienza di sè.

Basta provare a cercare.

C'è tutto: è a portata di mano.

 

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