colazione ideale

OMEGA 3


Omega 3, la sentinella del cuore, dimezza le morti improvvise (da Kwsalute dell’8 Maggio)Si chiama Omega 3 la sentinella del cuore. Per questo la Cuf, Commissione unica del farmaco, ha indicato il farmaco a base di acidi grassi polinsaturi Omega 3 nella prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto miocardio. E la decisione italiana è stata subito imitata da Francia, Gran Bretagna e Germania. Già dagli anni 70, gli studi fatti sull’alimentazone degli esquimesi Inuits avevano dimostrato che le diete a base di pesce sono in grado di proteggere dall’infarto, e dal rischio cardiovascolare in genere. Poi, lo studio Gissi Prevenzione, pubblicato nel 99 da The Lancet, ha dimostrato che, nei pazienti colpiti da infarto, il farmaco a base di acidi grassi polinsaturi Omega 3 riduce drasticamente la mortalità. Lo spiega Alessandro Mugelli, ordinario di farmacologia all' Università di Firenze: ‘Lo studio Gissi ha dimostrato che nei pazienti con un precedente infarto, la somministrazione giornaliera di un farmaco che contiene un grammo di acidi grassi Omega 3, in associazione ad un adeguato regime dietetico e alle altre misure terapeutiche farmacologiche, ha ridotto del 20% la mortalità totale e del 45% la mortalità improvvisa cardiaca, responsabile del 50% dei decessi nei pazienti post infartuati. Evidenze scientifiche talmente rilevanti da spingere la Commissione unica del farmaco ad indicare questo preparato a base di Omega 3, in particolare gli acidi EPA e DHA, nella prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto miocaridco. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 aprile, e un’analoga decisione è stata presa subito dopo da Francia, Gran Bretagna e Germania.Nei Paesi industrializzati l’infarto è un killer: 3 milioni di morti l’anno in Europa e Stati Uniti. Ma l’Oms prevede che da qui al 2020 le morti siano destinate ad aumentare vertiginosamente, al ritmo di 30.000 decessi in più ogni anno. In Italia, nel 2000, 160.000 persone sono state colpite da infarto, e 47.000 sono morte, due terzi delle quali prima di ricevere soccorso.Per assicurare un futuro agli oltre 100.000 pazienti che ogni anno sopravvivono all’attacco cardiaco, è necessario usare gli strumenti farmacologici efficaci. ‘La decisione del ministero della sanità ‘commenta Roberto Marchioli, dell’Istituto Mario Negri Sud, che ha condotto lo studio Gissi Prevenzione in collaborazione con l’Anmco, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri ‘ è un passo molto importante nel riconoscimento dell’efficacia degli acidi grassi polinsaturi Omega 3. Finora tutti gli studi osservazionali, a partire da quelli degli anni ‘70 sull’alimentazione degli esquimesi Inuits, avevano dimostrato che le diete a base di pesce, come quelle nordiche, o con largo uso di olio extravergine, come quella mediterranea, proteggono dall’infarto e dal rischio cardiovascolare in genere, proprio perché ricche di acidi grassi polinsaturi. Ma uno studio con un farmaco specifico, randomizzato e condotto su larghe casistiche, non era mai stato portato a termine prima del Gissi prevenzione.