ci metto del mio

Prima notte di promesse - 1


L'incontro con Annina era già il secondo, ma era la prima volta che saremmo stati insieme anche a dormire. Scegliemmo un affittacamere vicino ad Ancona, una coppia di pensionati ancora in gamba e giovanili, allegri e simpatici. La stanza era molto bella e pulita, completa di bagno con vasca.Annina era emozionatissima e le leggevo negli occhi tanta felicità e un po' di preoccupazione. I due gentili padroni di casa ci salutarono dandoci le chiavi della camera e ci dissero che potevamo fare quello che volevamo, anche uscire e rientrare a qualunque ora della notte.Il tempo di mettere giù i nostri pochi bagagli e uscimmo per visitare il piccolo paese. Ci perdemmo quasi subito ma raggiungemmo le scogliere che davano sul mare e a prezzo di fatica scendemmo per un tortuoso sentiero in mezzo agli alberi per trovare la spiaggia di ghiaia. Il cielo non era terso, ma piuttosto buio e il mare grigio e vagamente minaccioso. Non molto caldo in verità. Passeggiammo sulla spiaggia e facemmo anche in tempo a bagnarci i piedi ma non era veramente il caso di immergerci, e i pochi "bagnanti" presenti davano l'impressione di desiderare soprattutto una coperta o un impermeabile. Quando scoprimmo di essere rimasti soli capimmo che forse era meglio rintanarci in camera, anche perchè stava per piovere. Risalimmo il sentiero e senza sbagliare troppe volte la strada fummo di ritorno intorno alle diciannove, era ormai l'imbrunire. I due gentili signori ci salutarono e si ritirarono nel loro appartamento.Aprii la porta della nostra camera, feci entrare Annina per prima e poi chiusi la porta alle mie spalle con un giro di chiave. Finalmente soli, finalmente al sicuro, finalmente l'uno per l'altra.Annina era in piedi vicino alla finestra chiusa, con le tende pesanti ben accostate. L'aria era tiepida e si stava bene. Mi guardava sorridendo timida. Sentiva che il momento stava per arrivare.Annina mi aveva detto, prima che ci trovassimo alla stazione, che non era sicura di volerlo fare, che aveva paura e che, anche se ci conoscevamo da un anno, era soltanto la seconda volta che ci vedevamo. Aveva ragione e anche io comunque avrei avuto paura e tanti scrupoli. Le avevo detto che saremmo andati avanti solo fin quando lo avremmo voluto, soprattutto fin dove avrebbe voluto lei. Le avevo detto che avremmo fatto la doccia insieme, tanto per conoscerci per la prima volta. E poi... sarebbe stato quello che poteva essere.Tolsi le ciabattine e la raggiunsi a piedi nudi sul parquet, vicino alla tenda. La abbracciai e la sentii tremare. Tremava di desiderio e di paura. Mi abbracciò anche lei e la strinsi più forte. E lei strinse ancora più forte. Rimanemmo abbracciati per lunghi minuti senza dir nulla. Avevamo gli occhi chiusi e per noi parlavano i nostri cuori e le nostre mani. Sentivo il calore del suo collo con le mie labbra, vicinissime al suo orecchio sinistro. Sentivo il suo corpo lentamente rilassarsi e sentivo il suo cuore battere forte contro il mio petto. Certamente anche Annina sentiva le stesse cose che provavo io.Mi staccai di qualche centimetro e avvicinai le mie mani al suo golfino di lana. E cominciai a sbottonare lentamente. Annina aveva il viso rivolto verso di me ma manteneva gli occhi chiusi e aveva un sorriso leggermente forzato. Era in preda a un'intensissima emozione e capivo che voleva sentirla profondamente. Lo stesso valeva per me, ma dovevo per forza prendere in mano la situazione. Il golfino scivolò via senza problemi. I problemi arrivarono con il bottone dei jeans e con la zip... ma facendo finta di essere calmo e controllato, diedi l'impressione di voler fare le cose con calma. In realtà ero molto teso e nervoso anch'io, ma... tutto ciò servì ad allungare i tempi e in fin dei conti piaceva a me e piaceva anche a lei. Quando finalmente la zip scese e potei vedere un pezzettino di pelle tra la camicetta e lo slip, capii che non si tornava indietro. Avvicinai il mio viso alla sua pancia e lentamente feci scivolare i jeans verso il basso. Scesi lentamente chinandomi e sempre tenendo il mio viso contro il suo corpo, passai dalla stoffa della camicetta a quella dello slip e continuai a scendere mentre accompagnavo i jeans. Infine accarezzai con entrambe le mani la sua gamba destra, la sollevai delicatamente per estrarre il suo piede nudo. Spostai la gamba per ripoggiarla a terra e ripetei la cosa con la gamba sinistra.Risalii lentamente sempre tenendo il mio viso contro il suo corpo, passando dapprima sulle cosce e poi sulla mutandina e poi sulla camicetta. Mi ritrovai il viso di Annina che aveva sempre gli occhi chiusi. Le posai le dita della mia mano sul viso, a tracciare i contorni degli occhi, del naso e della bocca, e la baciai. La mia mano destra disegnava sul suo viso, mentre la sinistra stringeva sulla schiena. Capii a un certo punto che Annina aveva aperto gli occhi, e a mia volta feci lo stesso. La vidi guardarmi con amore e con desiderio, occhi socchiusi e leggermente umidi di lacrima. La sentivo concentrata e tesissima. Ma nello stesso tempo sentivo che desiderava continuare.Staccai le mie labbra dalle sue e mi diedi da fare con la camicetta. Uno a uno e non senza difficoltà disinnestai i bottoni della camicetta e finalmente, una volta apertala, potei posare le mie mani sulla pelle dei fianchi di Annina. Annina indossava un casto coordinato di cotone blu scuro, carino ma non sfacciatamente eccitante.Le tolsi dalle spalle la camicetta, che andò sul parquet. E la abbracciai nuovamente, mentre lei faceva lo stesso. Ci baciammo a lungo mentre le nostre mani si spostavano su e giù. Anche Annina esplorò la mia schiena e le mie natiche, ma io ero ancora completamente vestito, con i pantaloncini corti. Mentre la baciavo a turno una delle mie mani si spostava dalla schiena al suo petto e si posava sul seno. Annina intensificava il bacio in quei momenti, e mi sembrava che nemmeno respirasse per la concentrazione. Il suo corpo era pieno di energia e vibrava e tremava. Le infilai la mano sotto una delle coppe del reggiseno e le mie dita strinsero il piccolo capezzolo.L'altra mano la mandai giù per la sua schiena e, trovato il bordo dello slip, mi infilai. La sua pelle era liscia e morbida e calda.  Le nostre bocche erano quasi sempre unite e quando per qualche breve momento non lo erano, era perchè si spostavano sui nostri colli.Non so da quanto tempo durasse, mi accorsi che fuori era ormai buio. Sempre abbracciati raccolsi in adunata le mani dietro la sua schiena e diedi loro l'ordine di sganciare il reggiseno. Mi scostai un pochino e vidi che Annina aveva gli occhi nuovamente chiusi. Un po' per pudore e un po' per concentrazione, mi lasciò spogliarla del reggiseno. Mi fermai e le misi le mani sui fianchi e posai lo sguardo sul suo seno. Seno piccolo, non un seno volante. La mia Annina aveva trentacinque anni e per la prima volta si stava mostrando a un uomo. Era il corpo di una donna che desiderava da tanto questo momento e io volevo che fosse un momento lungo ed intenso, perchè sapevo quanto fosse importante per lei ed era parimenti importante per me. Volevo assolutamente che le emozioni fossero intense e lunghe.Annina mi era di fronte, occhi chiusi e braccia abbandonate, con addosso solo lo slip di cotone blu. La ammirai per lunghissimi momenti, mentre le tenevo le mani sui fianchi. Mi avvicinai e la baciai tra i seni. Era palpabile il suo desiderio ed era palpabile anche il suo pudore. Per questo la abbracciai e lei fece lo stesso. Il suo respiro era diventato molto veloce e sentii il suo cuore accelerato. Le nostre bocche si unirono ancora.Mentre eravamo abbracciati, la mia mano sinistra scese e si infilò nel suo slip, stavolta davanti. Incontrai una piccola selva di peli e, scendendo ancora, inaspettatamente, avvertii un lago. Annina era completamente bagnata, e nello stesso istante la sentii vibrare. Scesi ancora un pochino ma senza invadere. Semplicemente accarezzai il monte di Venere e le grandi labbra, sotto lo slip. Ritrassi la mano completamente bagnata del suo desiderio. Avvertii chiaramente il suo profumo, Annina stava già vivendo intensamente l'incontro. Ero io quello in ritardo. Ma non importava, sapevo che le piaceva e avrei fatto di tutto per prolungare il più possibile il suo piacere.Decisi che era il momento. Mi chinai e le sfilai la mutandina. Davanti ai miei occhi nacque il suo pube piumato, castano, vistosamente bagnato. Le sollevai a turno le gambe e così fu completamente nuda. Rimasi con la testa all'altezza del suo cespuglio per molti molti secondi. Poi appoggiai il viso alla sua pancia e di nuovo fui invaso dal suo profumo di donna.Annina mi fece rialzare e cominciò a spogliarmi. Anche lei era impacciata e goffa, e non ebbe troppa fretta. Le diedi una mano e ci trovammo infine entrambi nudi l'uno di  fronte all'altra. Ovviamente anche lei voleva il suo turno. Mi accarezzò e mi palpò ben bene dappertutto, e non dimenticò di farlo sul mio sesso. Infine le dissi che era ora di fare la doccia.