Creato da pugacioff2008 il 13/12/2008

ci metto del mio

Pensieri, desideri, cronache, immagini

 

 

Consegna (non troppo) urgente

Post n°103 pubblicato il 14 Maggio 2009 da pugacioff2008

signora in vestaglia

Giovanissimo, apprendista meccanico. Dovevo consegnare alla bellissima signora, da tempo cliente della ditta, la sua macchina per scrivere. Aveva avvertito il mio capo che sarebbe stata in casa quella sera intorno alle diciannove e si raccomandò con me che per entrare avrei dovuto togliermi le scarpe, perchè aveva la moquette nuovissima, bianca a pelo lungo. Insomma, immaginavo una specie di giungla.

La signora era una donna sui quarantacinque, bionda e molto affascinante. Corporatura snella e alta quasi come me, emanava femminilità e sicurezza di sè ed era una donna che stava lavorando per mettersi in proprio. Insomma, stava diventando una donna in carriera e lo faceva vedere con abbigliamento vistoso e colorato. Ovviamente su di me e su mio fratello esercitava un certo fascino e certamente lei ci guardava con occhi che talvolta potevano anche dire qualcosa... e mio fratello era anche un ragazzo molto più sveglio, affascinante e sicuro, rispetto a me.

Toccò a me fare la consegna, quella sera. Posteggiai l'auto vicino a casa della signora e con la sua pesante macchina sotto braccio mi infilai nel portone del palazzo, che era aperto. Ero già stato a casa sua tempo prima diverse volte e il compagno della signora mi conosceva parimenti bene e probabilmente mi avrebbe aperto la porta anche stavolta.

Mi fermai davanti alla porta e suonai il campanello. Una volta. Nessuna risposta. Un'altra volta. Nessuna risposta. Attesi cinque minuti, prima di abbandonare la missione e e ritornare indietro con la macchina. Una terza volta, piuttosto energica.

 Una voce risuonò dall'altra parte, ed era lei: "Arrivo! Ero sotto la doccia! Si ricordi di togliere le scarpe. Un momento che le apro!"

E così mi preparai e posai la macchina per terra e tolsi le scarpe. Le buttai all'angolo del pianerottolo. I miei calzini erano intonsi e non avevano buchi, per fortuna. Intanto la mente galoppava e immaginavo la signora nuda sotto la doccia e nuda girare per casa e magari anche davanti alla porta al di là della quale mi trovavo io. Solo una porta era quello che mi separava da chissà quale spettacolo...

Due giri di chiave e la porta si aprì. Mi apparve lei, bionda e vestita solo di una vestaglia praticamente trasparente. Profumata di doccia schiuma, mi sorrise e mi salutò come sempre; certamente immaginava quale imbarazzo provocasse in me ma non mostrò alcun segno di imbarazzo a sua volta. Entrai e la seguii camminando scalzo sulla moquette a pelo lungo, esattamente come mi ero immaginato, nello studio e posai la macchina sul tavolino. Mentre facevo ciò mi chiese se volevo qualcosa da bere e io dissi, ovviamente, di no, grazie... estrassi la bolla di consegna, la aprii e la posai sul tavolino per fargliela firmare. Lei cercò sul tavolino una penna e per farlo dovette sporgersi e inchinarsi e io osservavo le sue curve prendere forma e mutare in seguito ai suoi movimenti. Trovò la penna e si chinò per firmare e io ebbi la visione fuggevole del suo seno dall'alto della vestaglia. Mi sembrava di essere in uno dei classici film nei quali il ragazzino ha l'incontro con la donna matura che poi...

Insomma, trenta secondi che durarono un'infinità. La salutai sorridendo ma sono sicuro che il mio sorriso fosse del tutto sconvolto e imbarazzato. Il suo era sincero e cordiale come se si trovasse completamente vestita e nella mia officina. Era sempre la solita donna d'azione. Mi riaccompagnò alla porta ed ebbi l'impressione che la sua espressione mi dicesse: "scemo che non cogli l'occasione". Ma era ovviamente solo la mia impressione e io dovevo essere soprattutto professionale. Lo sapevo che mi sarei pentito ma sapevo anche che non avrei potuto fare di più. Il senso del dovere.

Tornai in macchina e durante il tragitto per ritornare in officina mi sentii contemporaneamente fortunato e cretino. Il traffico era intenso e non fui di ritorno prima delle diciannove e quarantacinque. Il mio capo quando mi vide aveva l'espressione di chi si chiede: dove sei stato tutto questo tempo, che dovevi solo consegnare una macchina? Il mio capo sapeva benissimo dove ero stato e sono sicuro ancora oggi che abbia pensato che con quella signora abbia combinato qualcosa.

 

 

 

 
 
 

Set all'aperto

Post n°102 pubblicato il 04 Maggio 2009 da pugacioff2008
Foto di pugacioff2008

Solamente un annetto fa. Stavo girando a piedi, nelle vicinanze del mio ufficio per delle piccole commissioni e mi stavo dirigendo in via Garian. Era una tiepida mattina di marzo, non troppo fredda, e soleggiata. In giro non c'era nessuno, veramente nessuno, un momento in cui perfino il caotico traffico di Milano pareva assente. Pareva domenica ma sono sicuro che fosse un lunedì. Da lontano vedevo due giovani donne nel piccolo giardino di Via Garian. Una aveva in mano una macchina fotografica e l'altra si aggirava con fare circospetto davanti a un albero. Mentre camminavo, senza volerlo, rallentavo, perchè avevo capito che c'era qualcosa nell'aria. La ragazza senza macchina fotografica indossava una specie di lenzuolo scuro ed evidentemente doveva essere spogliata al di sotto di esso, con una minigonna di pelle nera e stivaletti neri. La fotografa attendeva il momento in cui nella via non ci fosse veramente nessuno e ambedue si erano accorte del mio transitare.

Transitai, molto lentamente, con in mano le scatole delle cose che dovevo trasportare. Cercai di dare l'aria di chi passa di lì per puro caso... e il bello è che era DAVVERO così. Quindi a mano a mano mi avvicinai alle due ragazze e potei capire che dovevano scattare qualche fotografia di casto nudo nella natura. Insomma, la ragazza doveva togliersi il pesante velo e davanti all'albero in germoglio lasciare vedere il seno. Nulla di più... e quando le incrociai, potei guardarle negli occhi. La fotografa era bella almeno quanto la modella, avrei detto che avrebbero potuto scambiarsi i ruoli; e la modella mi diede uno sguardo dagli occhi azzurri con un accenno di sorriso imbarazzato. Proseguii e diedi l'impressione di non volere invadere. Arrivai all'angolo della via e sparii dietro di esso.

E mi fermai e mi voltai. Appressandomi all'angolo di nascosto, volevo guardare per vedere se la ripresa avrebbe avuto inizio. Le due ragazze parlavano sommessamente e la modella era sempre davanti all'albero e provava la postura, senza togliere il velo scuro. La fotografa continuava a guardare in tutte le direzioni e sono sicuro che mi vide, ma non fui io a scoraggiarla. Fu un vecchietto che aveva un cagnolino che stava arrivando e che aveva tutta l'intenzione di entrare nel giardinetto a fare loro decidere che la fotografia non poteva essere fatta. Le due ragazze si guardarono ancora una volta e abbandonarono, camminando, il giardinetto. Le vidi allontanarsi lentamente, senza fretta.

Tornai alla mia consegna. Ci era mancato davvero poco, questa volta.

 

 
 
 

Maestra

Post n°101 pubblicato il 04 Maggio 2009 da pugacioff2008
Foto di pugacioff2008

Amica, maestra di vita e di amore. Compagna di pomeriggi di parola, dialogo, confidenze. Promesse mai mantenute, gesti di amore e di amicizia, sorrisi e qualche lacrima. Tutto condiviso per una breve parentesi, ma dolce e intensa.

Dove sei?

 

 
 
 

Fiore e cuore

Post n°100 pubblicato il 24 Aprile 2009 da pugacioff2008
Foto di pugacioff2008

Una rima banale... ma non è banale pensare al tuo cuore che pulsa sotto il tuo dolce seno. Che bello il tuo cuore, ben nascosto, protetto quasi, da una cosa preziosa e delicata come il tuo seno. Che buoni questi profumi, di donna e di fiori; e non so quale sia il più intenso e avvolgente. Il fiore dura un giorno, il tuo amore durerà forse di più. Questo momento è breve ma è da ricordare per tanto tanto tempo.

 
 
 

Ti vesto

Post n°99 pubblicato il 24 Aprile 2009 da pugacioff2008
Foto di pugacioff2008

E non c'è bisogno di altro che di questo vecchio cappello a tesa e questo vecchio farfallino, comprati sulla più prestigiosa bancarella del mercatino delle pulci, perchè tu sia ai miei occhi la donna più elegantemente vestita del mondo. Puoi togliere il cappello, se vuoi, e io ti spoglierò del vestito.

 
 
 

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