Anonimo il 31/05/08 alle 11:28 via WEB
Quanto vale un Oscar?
Postato il Martedì, 27 maggio @ 16:15:00 CEST di redazione
Notte delle Compagnie Amatoriali a Vallo della Lucania: tra applausi e qualche delusione la critica corre veloce sul web
Terminata la serata delle premiazioni per gli Oscar del teatro amatoriale tenutasi il 16 maggio alla Provvidenza di Vallo della Lucania - apprezzabile occasione per portare in un teatro vero il lavoro a volte oscuro di gruppi che in scantinati, oratori o semplicemente a casa di qualche volontario si produce da anni - la serata finale ha espresso attraverso due giurie (tecnica e di qualità), il suo verdetto.
Sono andati ben quattro Oscar alla compagnia di Camerota. Miglior attrice Elisa Cariello, miglior attore Gaetano Milo, miglior scenografia e miglior compagnia. Camerota esce trionfatrice assoluta della seconda edizione dell'Oscar così come non aveva saputo fare nemmeno "Il Sipario" di Agropoli lo scorso anno. Come miglior regia Alfonso Senatore riesce a spuntarla vincendo anche il premio come miglior inedito. Migliore attrice si conferma Maria Amato (Catona) bissando il successo dello scorso anno e condividendolo con la protagonista camerotana. Il premio speciale della giuria per i contenuti trattati e le tematiche affrontate va alla compagnia di S. Barbara. A partecipare c’erano la Compagnia teatrale del Palistro di Ceraso con il Musical Peter Pan, La Maschera di Castel San Lorenzo con Bonasera a Signurìa, Aristofane di Pellare con Quanno mai Peppo in Chiesa, Eureka di Catona di Ascea con Arezzo 29 in tre minuti, Né Arte, Né Parte di Marina di Camerota con Campagna napoletana, Ciascuno a suo modo di S. Barbara con La Straniera, Gli Impagabili di Salento con Non ti pago e I Zimmari di Cannalonga con La Ggiormània. Il clima è stato meno trionfale dell’anno passato: niente soubrette di caratura nazionale come la bella e imponente Caldonazzo, niente festanti calciatori della Salernitana approdati in serie B attesi dal pubblico. Fin qui tutto tranquillo? Per niente. Le polemiche fioccano copiose e il disappunto corre veloce sul web, basta dare un’occhiata su http://digilander.libero.it/gli.impagabili/index.htm e sul suo blog. Questo straordinario strumento di comunicazione, democratico e libero, sta instancabilmente appuntando giorno dopo giorno, anzi, ora dopo ora, le numerose proteste su come si sono svolte le cose. Ma andiamo con ordine. In maniera quasi sempre garbata e anche ironica sul sito ci si domanda come mai Camerota abbia fatto un così ricco bottino quando, anche a qualche giurato tecnico e popolare, la compagnia non sia sembrata così brava da superare addirittura i vincitori dell’anno scorso in quanto a premi. Ne hanno pagato le pere cotte, secondo un giudizio abbastanza condiviso, innanzitutto i ragazzi di Ceraso non ottenendo praticamente nulla, neppure un premio per la scenografia. Poi il protagonista de Gli Impagabili e la Wendy di Peter Pan, anche loro a bocca asciutta. Altra pecca poi – come lo scorso anno - l’inflazione di statuette messe in campo per la serata finale, praticamente pochi si sono salvati poiché è arrivato, manco fosse il tapiro di Striscia, un po’ a tutti. Si sa che qualsiasi bene – finanche la benzina – più ce n’è e meno vale. Lo stesso dicasi per un premio: premiando tutti, per le motivazioni più fantasiose e stravaganti, si svaluta chi viene premiato. Mancava solo… l’Oscar al miglior Oscar! Qual è stato poi il criterio del voto e come giudicare in maniera uniforme una commedia napoletana e un musical dove si balla e si canta? Come mettere sullo stesso piatto della bilancia lavori celebri e testi inediti? Non si potevano esprimere due premiazioni distinte, una della giuria popolare e una di quella tecnica e, con tutti gli attori che sono venuti a Vallo della Lucania per la stagione teatrale, non si poteva chiedere a un attore professionista di presiedere la giuria? Adesso, a bocce ferme, bisognerebbe chiedersi: quanto vale questo Oscar se ciò che maggiormente si è notato è stato un clima poco armonico tra le compagnie, dove forse è prevalso l’accanimento della gara al posto del piacere di stare insieme per divertirsi, magari godendo della bravura altrui? Attenzione allora a non minare la cosa più importante, certo più dell’Oscar, e cioè l’aggregazione tra i giovani, tutti veri vincitori dello stare insieme, che vale ben più di una statuetta, anche se surrogato di ben altri sogni e desideri.
Nicola Nicoletti
Da Cilentando Press
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