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DUE INSIEMEQuello che segue è un racconto dal titolo "Due insieme" realizzato da Sergio Romeo di Tuosto, ospite della Comunità Dedalo. Il treno arrancava per i campi fischiando ogni tanto. Dai finestrini entrava un vento sottile. Era un treno locale che costeggiava il mare e i piccoli laghi nei dintorni della grande città. Anna ogni tanto abbassava il berretto, Francesco guardava fuori dal finestrino. Il giovane aveva pensato a lungo a quello che dovesse dire e, sotto il peso di quel pensiero, la fronte gli si era aggrottata; adesso un magone gli attraversava il cuore: era in rota, cioè in crisi d’astinenza. Avrebbe voluto dire ad Anna che era stufo di quella situazione e che voleva farla finita con la droga. La ragazza, sebbene avesse paura di lui, gli sorrideva ogni tanto. Così quando lui si accorse dei suoi timori, disse di botto: “Dammi dei soldi, ne ho bisogno”. Il treno aveva imboccato una galleria, fuori il buio più pesto, dentro la luce fioca dell’unico neon rimasto acceso. Anna si sentì subito piena di paure e di angosce. Cercava di abbracciare Francesco per togliergli quell’idea dalla testa, ma niente: lui rimaneva inerte e distaccato. Anna disse: “Devi proprio comprarti quella roba? Non capisco come tu possa chiedermi dei soldi…” “Me li hanno chiesti”, disse lui. “Mi minacciano!” “Non posso darteli, mi servono”. I capelli di lei sfioravano quelli di lui: alla fine lui ottenne i soldi. Lei scese alla prima fermata, calandosi il berretto sugli occhi. Mentre camminava guardava nel portatessere il tagliando dell’organizzazione umanitaria a cui apparteneva. Come avrebbe giustificato quella spesa ai soci dell’associazione? Alla fine decise di non telefonargli e, poggiata all’arco della stazione, tratteneva le lacrime. Pensò che avrebbe rivisto di nuovo Francesco, o forse no. A che serviva d’altra parte? E poi le faceva anche paura, con quella frenesia sempre addosso.
Camminava nella piazza grande della cittadina, sapeva che avrebbe potuto trovare Francesco seduto sui bordi della fontana e insieme alla paura di incontrarlo c’era il desiderio di vederlo che le strappava un gemito dal corpo.
I capelli e gli occhi di Francesco si girarono dalla sua parte. Lei gli andò incontro esitando. “Facciamo due passi?”, chiese Francesco. Lei rispose di si, ma aveva tanta volta di andarsene via: sognava di trovarsi nella sua stanza a studiare, con le finestre bagnate dalla pioggia. “Che hai fatto?”, chiese Francesco con gli occhi bassi. “Ho studiato”, rispose lei abbassandosi il berretto.
Camminarono fianco a fianco con le mani intrecciate; lui di tanto in tanto girava il viso dalla parte opposta a quella di Anna. Sapeva di strapparle dei sentimenti, eppure non poteva farne a meno. Aveva bisogno di amare ed essere amato: era solo in quei momenti che usciva dal suo incubo. Ad un tratto la prese per le spalle e la baciò: lei si divincolò da quella stretta e lo guardò con rossore e dolcezza assieme.
Andarono davanti ad un muretto. Da lì si vedevano la distesa del mare e prima di essa una montagna che si adagiava sull’acqua, una chiesa a metà della collina e delle case sparse qua e là. “Quanta gente deve esistere al mondo…”, disse Francesco senza rimpianti. “Proprio così, sai?” rispose Anna, e aggiunse: “In fondo, non c’è bisogno delle anfetamine per stare con gli altri”. “Dammi dei soldi”, disse Francesco per tutta risposta. Questa volta lei non volle cedere più di cinque euro. Lui la prese per un braccio, ma lei si divincolò e scappò via quasi correndo.
Giunse alla stazione che piangeva, e per non far scorgere le proprie lacrime infilò gli occhiali da sole. Quanto a Francesco, glie l’avrebbe fatta vedere lei: in fondo, se lui provava ancora piacere nel contemplare tutti quei particolari del panorama, con le cose e le persone che c’erano dentro, significava che non era completamente preso dalla droga. Forse a tenerlo dentro il giro erano più gli spacciatori con i loro ricatti che altro. Con questi pensieri in testa Anna ciondolava attorno alla stazione pensando a loro due: non era poi così male, tutto sommato.
Nei giorni successivi i rapporti tra i due giovani rimasero così, informali: ogni tanto lei lo avvicinava e tentava di farlo uscire dal suo black out, convincendolo ad avere maggiore fiducia in se stesso e nel prossimo. Ma alla fine ciascuno proseguiva per la sua strada. Certe volte sembra che il tuo status ti costringa a dare il bene con il contagocce. Tuttavia, grazie alle parole di lei, forse un giorno Francesco ci avrebbe pensato un po’ prima di prendere l’ennesima pillola.
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