Post n°31 pubblicato il 02 Luglio 2010 da gli_internauti
Articolo a cura di Sara Cirillo Cari amici del blog oggi vi presento il mio secondo articolo per la rubrica di astronomia e vi parlerò di tutti i pianeti del Sistema Solare e delle loro caratteristiche fisiche.
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Quello che segue è un mini racconto dal titolo "Inaspettatamente lei" realizzato da Gennaro Schiano, ospite della Comunità Dedalo. Inaspettatamente lei
<<...A volte penso al passato: vecchi aneddoti, cose importanti o qualche piccola sciocchezza. Questa sera mi è venuta in mente lei. Lei chi ? Ora lo spiego. Era un sabato d'agosto di chissà quanti anni fa, quando un mio ex compagno di scuola mi chiamò al cellulare chiedendomi se volessi uscire con lui. Era passata una settimana da quando ci eravamo rincontrati in occasione del funerale di un nostro vecchio amico morto in un incidente stradale; erano due o tre anni che non ci vedevamo, ma adesso avevamo ripreso a frequentarci. Siccome non avevo niente di programmato decisi di uscire con lui, sorvolando sul fatto che mi diede l'appuntamento per le 22:30 e invece mi venne a prendere a mezzanotte. Con lui c'erano due ragazze e io quindi potevo sbizzarrirmi a fare lo scemo con loro: del resto con la faccia e il fisico che mi ritrovo, solo lo scemo posso fare con le ragazze. Credevo che una di loro piacesse al mio amico e quindi mi concentrai maggiormente sull'altra. Ma questa non mi cagava proprio, infatti si guardava intorno per vedere se per strada c'era il ragazzo che le piaceva. Fatto sta che andammo a bere qualcosa e le due ragazze subito si ubriacarono, o comunque erano molto brille, e allora accadde qualcosa : notavo che l'altra ragazza, cioè quella su cui non mi impegnavo a fare il cretino e che io credevo piacesse al mio amico, si sorreggeva a me e comunque mi stava sempre vicino. E io di certo non la respingevo, ma anzi ! Così, vedendo che all'altra importava poco di me, cambiai “obiettivo”, e così iniziammo a flirtare. In verità, siccome ero molto timido e impacciato, flirtava più lei che io, forse annebbiata dall'alcool più che dalla vera voglia di me. Camminammo insieme sul lungomare, prima a quattro e poi da soli io e lei, fin quando arrivammo ad una fontanina. Dopo aver bevuto io la schizzai con l'acqua, con un gesto da puro bimbo macho; lei prima mi guardò intensamente con uno sguardo che non dimenticherò mai, lo sguardo più bello che io avessi mai visto, poi mi baciò all'improvviso. Un bacio a stampo ma che mi lasciò inebetito per qualche secondo, non so il perché. Continuammo a camminare e a baciarci, abbracciarci e a flirtare. Dopo andammo in macchina e li continuammo a baciarci , questa volta con la lingua. Era troppo bello, ricordo ancora le note di “Quanti anni hai” di Vasco Rossi che uscivano dall'autoradio mentre le nostre lingue si sfioravano ed i brividi che quella situazione mi portava. E poi, stare abbracciati nella macchina mentre il vento ci avvolgeva era una cosa meravigliosa. Forse chi non si divertiva proprio erano i due davanti che dovevano sopportare noi due piccioncini sui sedili di dietro. All'alba ci salutammo con altri baci e promettemmo di vederci ancora e sentirci con tutti i mezzi dell'epoca e cioè cellulari, messenger o Facebook. Ma dal giorno dopo la ragazza non ha voluto più vedermi ne sentirmi. Non so bene il motivo; io all'inizio ci soffrii un po' ma poi col tempo mi è passata. Non esisteva solo lei al mondo. Non so perché quella “storia” mi ha preso così tanto, ne ho avute di più importanti e più lunghe, ma quella mi ha lasciato senza fiato. Forse perché è stata lei a volermi e non come nel 99% dei casi in cui ero io a farmi in quattro e anche di più per conquistare una ragazza. Chissà ora dov'è e cosa starà facendo adesso. Se è sposata e se ha dei figli, se si ricorda di me e di quella piccola grande serata passata insieme. Non lo saprò mai. Non lo saprete mai, miei cari ascoltatori. E ora il vostro dj della notte metterà due belle canzoni di qualche anno fa. Una è “Quanti anni hai” di Vasco, che come ho già detto è stata la colonna sonora della serata, l'altra è “Iris” di Biagio Antonacci, la sua canzone preferita, che canticchiava spesso anche in quei frangenti in cui ci siamo conosciuti.>> “Tuuuuu uuuu...” “Tuuuuu uuuu...” << Ciao piccola grande donna che ho incontrato durante il cammino della mia vita >> “Tuuuuu uuuu...” “Tuuuuu uuuu...” << E sulle note della prima canzone vi saluto, ciao e a domani dal vostro dj della notte >> “Quanti anni hai stasera quanti me ne dai... bambina quanti non ne vuoi più dire forse non li vuoi capire...”
Proprietà letteraria riservata. |
Articolo a cura di Sara Cirillo Cari amici del blog, dato che nella community si parla poco della scienza astronomica, che è una delle mie più grandi passioni, da oggi ho deciso di pubblicare una serie di articoli che riguardano l’astronomia.
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Quello che segue è la prima parte del racconto "Ragazza di carta e di penna" realizzato da Sergio Romeo di Tuosto, ospite della Comunità Dedalo. Una ragazza viene ferita gravemente ad una arteria mentre tentava di aiutare un'amica a difendersi da uno scippo e vede passarsi la vita davanti agli occhi.
RAGAZZA DI CARTA E DI PENNA
--- Richiamò alla mente di quando camminava accanto a Paolo sul marciapiede e scorreva sempre lo sguardo sui passanti. Lui di tanto in tanto poggiava il suo braccio su quello di lei: i due camminavano così per un piccolo tratto e, nelle loro passeggiate, non avvertivano noia. Una volta capitò che un anziano signore, con un ombra di barba incolta, passo di lì, vide i due ragazzi e si aggiustò gli occhiali sul naso per guardare meglio Francesca. Due bambini sulla soglia di casa in quel viale di L. giocavano con delle pietruzze bianche. Un motociclista fece il gesto del cavallo su una sola ruota. Tutto a Francesca sembrava un gioco e con i piedi, ora tirava un calcio ad una cartaccia, ora ad un sasso. Era anche divertente: non voleva solo allontanare gli ostacoli come Don Abbondio nella sua passeggiata prima di incontrare i “bravi”, come la professoressa le aveva spiegato al Ginnasio. Francesca non aveva mai capito perché non era mai riuscita ad approfondire la conoscenza con il suo compagno di banco Silvio, per cui lei provava una tenerezza intermittente. Lui conosceva le storie e i problemi di lei, quelli di scuola per esempio: il libro con la rilegatura e le cancellature dei loro quaderni che lei continuamente sfogliava, i suoi timori al momento dell’interrogazione. Era come un compagno di camerata , ma passava indifferente nei suoi giorni. Ricordava l’odore di gomma per cancellare. Per Silvio Francesca era l’abitudine della mattina e lui le voleva bene per questo. Lei lo teneva lì come sicuro riferimento dei suoi affetti e custode dei suoi pastelli di riserva nell’ora di disegno. Il loro gioco preferito, poiché i propri cognomi iniziavano entrambi con la “R”, era quello di scambiarsi la suspense per l’interrogazione. Così lei, Francesca, pensava al contenuto del suo sentimento per lui: le strade del rione che si dividevano per loro all’uscita di scuola e il loro “ciao” carico di cose non dette che si scambiavano per abitudine, sempre. Poi correva a salutare Paolo e avvertiva il fastidioso ingombro del sentimento che provava per lui, a differenza di quanto accadeva per il suo compagno di banco Silvio, per il quale nutriva un affetto che aveva un peso più sopportabile. Con Paolo era diverso, era la sua aspirazione, l’occasione mancata; Silvio la sua abitudine. --- Francesca si ridestò dai suoi pensieri e notò il capannello di gente che le si era fatto attorno: “Ma che fanno” pensò “sto perdendo sangue, non ho bisogno delle loro crisi di coscienza”. Francesca sentiva sulla sua pelle il fastidio della maglietta lisa, il sudore che la bagnava. Attorno i clacson delle auto e dei pullman le attraversavano i timpani. Un ragazzo arrivò dove erano Lucia e Francesca: guardò esitante, si sentiva spaventato e in colpa, perché non sapeva cosa fare per aiutarle; con uno scossone della testa si riavviò i capelli. Aveva vagabondato per la città nelle ore di scuola. Fece qualche passo avanti verso le due, stette a guardarle ma si sentiva inadeguato e scomposto. Francesca lo vide e si sentiva inadeguata anche lei. I suoi capelli erano intrisi della polvere del marciapiede. Continuavano a passarle sugli occhi delle ombre bianche insieme ai suoi ricordi. --- Le sovvenne una riflessione: negli ultimi anni era stata particolarmente attenta quando a chiederle l’elemosina erano gli extracomunitari. In quelle occasioni veniva presa dalla paura ma nello stesso tempo era contenta, poi chiudeva la sua mano su quella del “terzo mondo” perché non si vedesse l’entità della sua offerta. Adesso, con quell’incidente, era diventata come una di loro, ridotta anche lei a temere la morte. Quante volte i suoi amici l’avevano lasciata da sola a fare quell’elemosina e lei li ricordava mentre le dicevano “quelli hanno più soldi di te”. Una volta aveva parlato con uno di loro, un nero studente di scienze politiche: per un momento gli occhi del giovane le avevano sorriso. Quella volta capì che c’era tutto un mondo “fuori”: lauree non riconosciute, vite spezzate dalla guerra e considerò terribilmente cretini quei discorsi dei “ragazzi”. Certe volte le sembrava che prima o poi non avrebbe voluto più saperne di loro: erano dei buoni a nulla che pensavano solo a trovare un posto al caldo.
Proprietà letteraria riservata.
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Articolo a cura di Gennaro Schiano e Sergio Romeo di Tuosto
Benchè al mondo non esistano medicine per vivere più a lungo, è tuttavia possibile usare degli accorgimenti che ci possono regalare fino a 114 anni di vita. Secondo una ricerca realizzata da un gruppo di scienziati dell'Università di Harvard, l'invecchiamento non è semplicemente una questione di geni o di destino : fare scelte sane può aprire la strada a una vita lunga e vitale. In particolare: gli uomini che si sposano, grazie all’equilibrio della vita familiare guadagnano dieci anni di vita. Le donne, invece, nelle stesse condizioni hanno vita più difficile: gli uomini potrebbero stressarle troppo e “rubare” qualche tempo di sopravvivenza.
Tra le altre cose, si consigliano delle vivande che possono giovare alla salute: cioccolato fondente, il caffé, il té verde e i pomodorini ciliegina, perché contengono il polifenolo, un potentissimo antiossidante naturale, che riduce il rischio di malattie cardiovascolari e aiuta a rallentare l'invecchiamento. Molto importanti sono frutta e verdura: mele, ciliegie, fragole e i frutti di bosco come more, mirtilli, ribes e lamponi che vengono considerati eccellenti anti-cancro. Tra le verdure spiccano i pomodorini tipo Pachino, cipolla rossa, spinaci e broccoli, molto utili per ridurre le probabilità di cancro. Sì anche a tè, che ha effetti positivi sul colesterolo e sull’ipertensione. Caffè e cioccolata fanno bene ma in quantità moderate. Infine sono buoni per salute e longevità le arance, le pesche, le prugne, l'uva rossa e i cereali.
Secondo altri studi effettuati su cavie animali, una dieta fatta di poche calorie può aiutare a vivere il 30% in più, combattendo il rischio di arteriosclerosi e cancro. Inoltre secondo la nutrigenomica, che è la scienza che studia come il cibo interviene sul DNA, si è dimostrato che il curry previene l’insorgenza dell’ Alzheimer e il vino rosso è capace di prevenire il diabete. La nutrigenomica infatti si occupa dello studio delle sostanze che possono essere integrate alla nostra dieta e prevenire così l’insorgenza di alcune malattie.
Inoltre, molto importante ai fini di allungare la propria vita è fare molta attività fisica, infatti le persone che fanno un allenamento giornaliero possono prolungarla di quattro anni. |
Inviato da: gattoselavatico
il 13/01/2018 alle 21:22
Inviato da: esternoluce
il 14/01/2016 alle 20:01
Inviato da: lily_rose_golding
il 03/05/2014 alle 12:36
Inviato da: gli_internauti
il 09/04/2014 alle 19:46
Inviato da: paperinopa_1974
il 28/07/2013 alle 15:55